Gli uomini della Hisbah sono tornati in azione, questa volta nella zona di Tripoli. La "polizia" del sedicente Stato islamico si è messa al volante di un altro bulldozer per distruggere un santuario sufi in Libia, nell'ennesimo atto iconoclasta del gruppo, che ha preso di mira qualsiasi costruzione religiosa od opera d'arte ritenuta inadeguata secondo l'ideologia degli islamisti.
Sono molti i monumenti che sono stati presi di mira già in passato dall'Isis, a partire dal museo di Mosul e dalle porte di Nergal, nella stessa area, resti grandiosi di un impero che aveva la sua capitale a Ninive e che i miliziani hanno preso di mira, dopo essersi assicurati di non poter rivendere quanto stavano distruggendo.
Se infatti è vero che molte fotografie pubblicate dall'Isis mostrano i miliziani intenti a distruggere monumenti e luoghi di culto, è altrettanto vero che è il mercato nero delle opere d'arte a fornire e avere fornito in passato una importante fonte di sostentamento al gruppo guidato da al-Baghdadi.
Scavi e devastazioni non si sono segnalati soltanto in Iraq e in Siria, ma anche in Libia, dove prima di oggi i miliziani avevano pubblicato altri reportage fotografici che li mostravano intenti a distruggere statue e opere a Derna. Oggi a cadere sotto i colpi delle milizie è un santuario, che ha fatto la stessa fine della moschea di Giona a Mosul o dei lamassu assiri di Mosul.
Se sono vere le notizie arrivate nei giorni scorsi, sotto i colpi
dell'Isis sarebbero cadute anche la città di Nimrud e quella di Khorsabad, ma pure Hatra. Informazioni che finora non hanno trovato un riscontro in foto o filmati che dalla propaganda del sedicente Stato islamico è sensato attendersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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