L'Europa deve diventare adulta, nel senso politico del termine, e deve farlo in fretta. La guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina non consente di tergiversare e tra i temi principali posti sul tavolo c'è anche l'ingresso di Kiev nell'Ue. Nel frattempo, la situazione geopolitica non sembra migliorare, con la Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen che ha annunciato nuove sanzioni per provare a sfiancare lo "Zar" sotto il profilo dell'economia interna.
Il piano - come viene osservato in questo editoriale - è "inclinato". Mentre in Europa si lavora alla Difesa comune ed alla ricerca di una strategia che porti all'autonomia energetica dalla Russia in tempi brevi, un appuntamento elettorale si affaccia all'orizzonte con tutta la sua portata storica: il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, che sta gestendo il dossier ucraino anche per via della presidenza temporanea del Consiglio d'Europa, potrà essere rieletto dai transalpini oppure no. Per più di qualche commentatore, anche per via delle antiche prossimità tra Marine Le Pen e Vladimir Putin, una vittoria del Rassemblement National il prossimo 24 aprile costituirebbe un cattivo segnale.
Ma si fa anche un gran parlare della presunta virata di Macron verso i temi cari centrodestra, tant'è che il leader di En Marche! viene spesso definito il fautore di un "sovranismo europeo". Interpellato sul complesso momento dal Giornale.it, il professor Domenico Fisichella - l'uomo che ha teorizzato e contribuito a realizzare la nascita di Alleanza Nazionale - non vede la svolta di centrodestra che alcuni politologi ascrivono all'inquilino dell'Eliseo.
"Non mi pare di vedere un nesso tra il cosiddetto "sovranismo europeo" ed il presidente francese. Alleanza Nazionale - fa presente l'ex vicepresidente del Senato - aveva la sua autonomia concettuale in tema europeo, peraltro in un quadro che vedeva il Vecchio continente in senso più culturale che istituzionale. Qui, in generale, va detto che si ha sovranità allorché un assetto politico a più Stati, su alcune questioni cruciali, si supera il criterio dell'unanimità".
Una strada per modificare l'Europa in senso politico, per l'ex ministro dei Beni culturali, è quella di mettere da parte il principio per cui tutte le nazioni debbano concordare sulle materie principali. "Se questo criterio permane - aggiunge Fisichella - basta un "no" per impedire una decisione". Per quanto riguarda le frizioni di Visegràd - altro macrotema dei nostri tempi rispetto agli assetti europei, con la Polonia schierata al fianco di Volodymyr Zelensky e l'Ungheria di Orban neutralista (o, per alcuni, direttamente filo-Putin) - Fisichella non vede problematiche per i rapporti dei partiti di casa nostra: "La destra italiana discute ma poi, nel contesto europeo, ha le sue coordinate fissate con una certa chiarezza da Giorgia Meloni che ha coniugato conservazione e sviluppo".
E l'Unione europea? "Non posso dire - dice Fisichella - che le destre italiane abbiano sempre pensato ad un Europa politica come realtà sovrana, ma il tema della Difesa è cruciale in merito. E mi pare che la Meloni abbia colto tale aspetto". La sinistra, al netto delle sue marcate differenze (Fisichella fa l'esempio del divario che separa Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle), non avrebbe "pulsioni drasticamente anti-atlantiche".
Tornando a Macron ed alle elezioni francesi, che costituiranno argomenti di discussione nelle prossime settimane, Fisichella aspetta i risultati: "Il presidente francese è a pochi giorni dal voto. Opera in un sistema istituzionale completamente diverso da quello italiano.
Il sistema istituzionale condiziona le persone. Ritengo che le istituzioni siano essenziali proprio per questo: condizionano i comportamenti individuali. Comunque, il suo impegno sull'Ucraina non è strumentale: è sincero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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