La storia che arriva dall'India ha dell'incredibile. Suor Bertilla Capra (77 anni) è una missionaria dell'Immacolata, congregazione femminile associata al Pime (Pontificio istituto missioni estere). Da 46 anni si trova in India. Il suo lavoro, o meglio, la sua "missione" è curare i lebbrosi. Dal 1981 dirige il Vimala Dermatological Centre di Versova (Mumbai), uno dei centri più importanti della città per la cura della terribile malattia. della lebbra. Vi parliamo di lei perché il governo indiano le ha negato il visto e le ha chiesto, papale papale, di tornarsene a casa. Come riporta Asianews.it le autorità indiane si giustificano così: sono cambiate le regole. E per questa ragione l'anziana religiosa, come le è stato chiesto con una lettera, deve immediatamente lasciare il Paese. Se vuole tornarvi dovrà richiedere un visto con "differenti categorie di Visa". Le regole nuove entrate in vigore, però, sono poco chiare.
Suor Tessie, che lavora con suor Bertilla, spiega ad Asia News che "a novembre la richiesta di rinnovo del visto è stata rifiutata. Suor Bertilla ha chiesto che le dessero almeno un visto temporaneo di tre mesi per trovare una soluzione, ma le hanno negato anche questo". Insomma, sembra non esserci niente da fare per una donna che ha dedicato la propria vita ad aiutare gli ultimi.
Il 18 settembre scorso il Consolato generale d’Italia a Mumbai ha informato suor Bertilla che il Presidente della Repubblica Mattarella le ha conferito l’onorificienza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, come segno di riconoscimento per il suo impegno nella clinica ospedaliera impegnata nella cura della lebbra, aids e tubercolosi. Stesso riconoscimento anche per suor Anna Maria Capiluppi, responsabile della “House of Charity” di Mumbai, per la cura, l’amore e la dedizione verso i più deboli.
Ora, però, suor Bertilla rischia di dover sospendere il proprio impegno, per motivi burocratici. Possibile fare finta di nulla di fronte a tutto ciò che ha fatto di buono questa suora per i malati?
L'ultima speranza, come scrive Asia News, è l'intervento del ministro dell'Interno Rajnath Singh, che potrebbe intercedere in suo favore, magari solo con un permesso temporaneo.
Ma come si può spiegare questa rigidità indiana?
Come scrive Avvenire potrebbe essere una "ritorsione" per l'attrito con l'Italia legato al caso dei due marò. Il governo di Nuova Delhi nega che vi sia un collegamento tra le due cose. Ma il dubbio resta.
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