Le minacce dell'Iran alle provocazioni di Trump, il rientro in patria della salma del generale Qassem Soleimani, una taglia sulla testa del presidente americano e la fine, per sempre, degli accordi sul nucleare che avevano in qualche modo consentito agli Usa di ingabbiare la minaccia iraniana.
Andiamo con ordine. La giornata si è aperta con un tweet al vetriolo di Donald Trump. Un cinguettio con il quale l'inquilino della Casa Bianca ha fatto capire all'Iran che rispondere all'uccisione di Soleimani con azioni sul campo potrebbe essere molto pericoloso. A sentire The Donald, nel caso in cui l'Iran dovesse colpire obiettivi statunitensi, Washington è pronta a rispondere radendo al suolo “52 siti iraniani”, alcuni dei quali “molto importanti per la cultura iraniana”.
Quasi incredulo per quanto scritto da Trump, il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha paragonato gli Stati Uniti all'Isis avvisando che “in millenni di storia, i barbari sono arrivati e hanno saccheggiato le nostre città, raso al suolo i nostri monumenti e dato fuoco alle nostre biblioteche. Dove sono ora? Noi siamo ancora qui e a testa alta”.
Le minacce di Teheran
Nel tardo pomeriggio il generale Hossein Dehghan, consigliere militare della Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, in un'intervista alla Cnn ha ribadito che “la risposta” dell'Iran alla morte di Soleimani “sarà certamente militare” e “contro siti militari” statunitensi. “Fatemi ribadire che non abbiamo mai cercato la guerra, né la cercheremo – ha aggiunto Dehghan – Sono stati gli americani a iniziare la guerra, quindi devono accettare una risposta adeguata alle loro azioni. L'unica cosa che può mettere fine a questo periodo di guerra è che l'America riceva un colpo pesante quanto quello che ha inferto. Solo così non cercheranno un nuovo ciclo di escalation”.
In altre parole, l'Iran ha fatto capire che seguirà alla lettera la legge del taglione. Ma non è finita qui, perché secondo quanto riferito dalla Bild, Teheran sarebbe pronta a versare 80 milioni di dollari nelle tasche di chi riuscirà a uccidere Donald Trump.
La tv di stato iraniana ha fatto sapere che “l'Iran ha 80 milioni di abitanti. Vista la popolazione iraniana, vogliamo raccogliere 80 milioni di dollari. Una ricompensa per coloro che possono avvicinarsi al presidente Trump”. Insomma, una taglia bella e buona sulla testa del leader americano.
Il ritiro dal nucleare
La ciliegina sulla torta è arrivata quando la solita tv iraniana ha annunciato che Teheran non rispetterà più alcun limite previsto dall'accordo sul nucleare del 2015.
L'emittente ha citato una dichiarazione dell'amministrazione del presidente Hassan Rohani, secondo cui il Paese non rispetterà più le soglie dell'arricchimento e dello stoccaggio dell'uranio arricchito. Riprenderanno, inoltre, sia la ricerca che lo sviluppo delle attività nucleari.
Il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Abbas Mousavi, ha dichiarato riguardo la quinta fase di disimpegno dall'accordo sul nucleare che “la decisione era già stata presa” ma che “considerando l'attuale situazione saranno fatte alcune modifiche in un importante accordo questa sera”. Intanto, i deputati iraniani, riuniti in Parlamento, hanno intonato uno slogan inequivocabile: “A morte l'America”.
Il Medio Oriente potrebbe trasformarsi in una polveriera da un momento all'altro. Ecco perché il generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato una riunione di emergenza per domani alle ore 15:00. Il tema del vertice, ha riferito un portavoce dell'alleanza citato dal sito norvegese Vg, sarà la situazione nella regione mediorientale.
In serata il presidente degli Usa Donald Trump ha "notificato" via Twitter al Congresso l'intenzione di colpire, anche in "maniera sproporzionata" se l'Iran colpirà persone o cose degli Usa.
"Questi post - scrive il presidente Usa - serviranno come notifica al Congresso degli Stati Uniti che se l'Iran dovesse colpire qualsiasi persona o bersaglio degli Stati Uniti, gli Stati Uniti reagiranno rapidamente e completamente, e forse in modo sproporzionato. Tale avviso legale non è richiesto, ma è comunque dato!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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