Un mese fa Gran Bretagna e Stati Uniti allertavano il Sud Africa mettendolo in guardia sulla possibile presenza di jihadisti dell'Isis nel suo territorio. Due giorni fa, le forze di sicurezza del Paese dii Mandela hanno messo le manette ai polsi a due giovani ventenni, sospettati di aver legami con il jihadismo internazionale e accusati di voler compiere degli attentati contro l'ambasciata americana e le attività degli esercenti ebrei.
I ventenni, entrambi sudafricani e con il culto dello Stato Islamico, pare che già nel 2015 avessero cercato di lasciare il paese alla volta del Daesh, da tempo erano sotto controllo dei servizi segreti e della polizia.
I due, fratelli gemelli, sono stati arrestati dall'unità d'èlitè della polizia sudafricana e stando a quanto dichiarato da Hangwani Mualudzi, portavoce della polizia, non solo sono indagati perchè sospettati di pianificare diversi attentati, ma anche per aver fatto proselitismo religioso e ideologico tra altre persone cercando così supporto militare e logistico per compiere le loro azioni.
Sino ad oggi il connubio Africa e Isis era stato pecularità della Nigeria mentre lo jihadismo, in generale, salvo casi isolati, era rimasto confinato nella fascia
saheliana ad eccezione della Somalia e del Kenya al centro degli attacchi di Al Shabaab.Per il Sud Africa è di certo un problema nuovo che va a peggiorare una situazione già molto precaria dal punto di vista economico e politico.
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