Ma Londra frena sull'accoglienza: "Da noi soltanto 15mila migranti"

La Gran Bretagna dice "no" al piano: "Li prenderemo dai campi ai confini siriani". E Cameron vuole i caccia contro l'Isis

Un treno austriaco carico di migranti arriva in Germania
Un treno austriaco carico di migranti arriva in Germania

Lo avevano già fatto capire e non hanno fatto che ribadire la loro posizione. La Gran Bretagna non accetterà il piano europeo per la ridistribuzione di migranti sulla base delle quote, molto criticato anche dai Paesi dell'Est. E non accoglierà più di 15mila persone, andandosele a prendere nei campi sulle frontiere siriane.

Una posizione molto chiara, che si accompagna alla considerazione che il problema vada risolto alla radice, ragion per cui a Londra intendono iniziare entro ottobre una campagna di attacchi aerei contro obiettivi del sedicente Stato islamico in Siria e agire in maniera più decisa contro i trafficanti, schierando le risorse dell'intelligence.

Se in Iraq gli inglesi già partecipano ai bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti, all'inizio del prossimo mese - scrive il Sunday Times - Cameron chiederà ai Comuni di votare per allargare l'operazione anche al territorio siriano.

Aerei in volo sulla Siria, dunque, ma pure un'azione di contrasto forte a chi controllo il traffico di barconi dalle coste africane. Un contingente della National Crime Agency sarà dislocato nel Mediterraneo e lo spionaggio elettronico di Sua Maestà avrà l'incarico di individuare i capi delle organizzazione, per poi smantellarle.

L'opzione degli attacchi aerei in Siria non viene valutata soltanto al numero 10 di Downing Street. Secondo il quotidiano francese Le Monde, che cita fonti anonime "di alto profilo", se ne sta parlando anche a Parigi. La Francia, come la Gran Bretagna, partecipa alle operazioni in Iraq, ma non in Siria.

Sono intanto già ottomila i profughi in arrivo dall'Ungheria che hanno raggiunto la Germania da

quando il Paese ha aperto le sue frontiere, dopo che per giorni sono stati bloccati a Budapest tra la stazione e i campi. Il cancelliere Merkel ha chiesto "una prova comune di solidarietà" agli altri Paesi dell'Unione Europea.

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