Nelle ultime ore si è scatenata una grossa polemica a Londra, ed in tutto il Regno Unito, a seguito della decisione della City of London Corporation di assegnare il premio filantropico della Mansion House a Emine Erdogan, moglie del premier turco Recep Tayyip Erdogan.
La Mansion House è uno dei più celebri edifici londinesi, tanto che annualmente ospita il Primo Ministro, il Cancelliere ed altri importanti personaggi politici. La stessa Theresa May è solita organizzarvi le sue cene formali e tenervi molti dei suoi discorsi.
Un onore, dunque, venir premiati fra quelle mura. Un onore che, a detta di molti, non poteva essere riconosciuto alla compagna di un uomo che, per fare un esempio, a solo poche ore di distanza dalla sopra citata premiazione, ha boicottato per la seconda volta di fila la periodica conferenza europea per i diritti umani. Il motivo? I responsabili dell’evento avevano deciso infatti di far partecipare alcune organizzazioni non viste di buon occhio dal presidente.
Nonostante i forti pareri discordanti, Emine Erdogan è stata premiata a Londra dal “Global Donors Forum”, che ha così voluto riconoscere la sua opera in ambito umanitario. Nel suo discorso d’accettazione, la signora Erdogan ha dichiarato che il suo intento ha l’obiettivo di “stabilire un giusto equilibrio tra le parti e di perseguire politiche compassionevoli come la giustizia sociale e le pari opportunità”, come riportato dal quotidiano “Independent”.
Eppure tali dichiarazioni d’intenti non hanno affatto ammorbidito le critiche, che continuano ad essere copiose. “È oltraggioso consegnare alla signora Erdogan questo premio. A cosa stava pensando la City di Londra?”, è il commento di uno degli ospiti. “Chiaramente alcuni della City of London Corporation devono avere un orecchio di latta o, più semplicemente, non capiscono la gravità di ciò che sta succedendo in Turchia”, ha chiosato Vince Cable, leader dei liberaldemocratici.
Nonostante sia stato valutato positivamente l’impegno della Turchia per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi siriani, il mondo difficilmente riesce ad associare la figura di Erdogan al valore del rispetto dei diritti umani e della libertà. Stando a quanto riportato da Amnesty International, dopo il fallito golpe militare del 2016, più di 180 mezzi di comunicazione sono stati chiusi con il licenziamento di 170mila lavoratori considerati oppositori del regime politico, e oltre 50mila persone si trovano ancora dietro le sbarre, in attesa di processo.
Uno dei portavoce della City of London ha
comunque voluto precisare che il consiglio non ha alcun potere decisionale su chi il “Global Donors Forum” sceglie di premiare. “La lista per gli ospiti degli eventi è una faccenda che riguarda loro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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