Lord King: "Ecco perché l'Europa va verso il disastro"

L'ex presidente della Bank of England spiega lo scenario sul futuro del Regno Unito e dell'Europa e punta il dito contro la Germania

Lord King: "Ecco perché l'Europa va verso il disastro"

La proprosta per il nuovo referendum in Scozia potrebbe cambiare e non poco gli equilibri in Europa. Innanzitutto questo referendum arriva dopo la Brexit e di fatto ha un valore diverso rispetto a quello precedente che ha bocciato il vento indipendentista scozzese. Inoltre la Grna Bretagna è già impegnata nei negoziati per la Brexit e quindi di fatto adesso ha un altro fronte interno con Edimburgo. Decifrare quale possa essere lo scenario del futuro non è semplice. Ci prova Lord Mervyn King. Ha guidato la Bank of England per dieci anni, dal 2003 al 2013. E così adesso prova a tracciare una sorta di profezia sia per il futuro del Regno Unito che per quello dell'Europa. "La Gran Bretagna non ha nessun obbligo di pagare 60 miliardi alla Ue. Detto questo, dovremmo lasciare il mercato unico e l’unione doganale. Il divorzio deve essere chiaro, minimizzando le questioni da negoziare. Certo, il Regno Unito ha bisogno di una politica per l’immigrazione: Londra dovrebbe garantire il diritto di residenza a tutti i cittadini Ue che vivevano in Gran Bretagna al tempo del referendum. Dopo potremo discutere un trattato di libero scambio. E scommetto che la maggior parte dei Paesi Ue sarà contenta di farlo visto il nostro grande deficit commerciale. Se avremo un approccio molto semplice e chiaro, l’impatto della Brexit anche nel lungo periodo sarà molto limitato", spiega al Corriere Lord King.

Poi traccia un quadro sull'Europa e la Bce: "Draghi è in una posizione impossibile. La Germania ha bisogno di tassi di interesse e un cambio euro/dollaro più alti, mentre a Francia e Italia servono tassi e cambio più bassi. Ma questo è incompatibile con l’unione monetaria". Ed è proprio sulla Germania che Lord King spiega come si giochi lo scenario dell'Europa: "Emmanuel Macron,candidato alle elezioni presidenziali francesi, qualche settimana fa, ha detto che l’euro non ha futuro senza riforme strutturali radicali: c’è bisogno di un’unione fiscale e la Germania deve pagare. Le tensioni nell’eurozona si sono spostate da Grecia e Portogallo ai contrasti tra Francia e Germania. L’eurozona precipiterà di nuovo nella crisi senza un dibattito genuino e un reale cambiamento. Qualcuno deve convincere la Germania che non ci sono alternative per salvare l’euro", sottolinea sempre al Corriere. Infine spiega come la spaccatura dell'Ue possa portare paradossalmente anche ad un'unione fiscale: "Il 5% del Pil indefinitivamente (vale anche per Austria e Olanda). Perciò il conto sarà molto alto, ma necessario per permettere ai Paesi del Sud di conservare la piena occupazione.

Tra questi metto anche Francia e Italia oltre a Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro, cioè gli Stati che hanno perso la loro competitività. Purtroppo i politici tedeschi sono contrari a spiegarlo ai loro cittadini. Stiamo andando verso il disastro".

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