Il partito di Lula e Dilma ieri “ha fatto 13”, lo stesso numero che chi vuole votare il PT deve pigiare sull’urna elettronica ad ogni elezione. Già perché alle manifestazioni organizzate ieri in tutto il paese dal partito dei lavoratori e dalla CUT, il sindacato che è costola del PT, ha partecipato un tredicesimo della gente scesa in piazza il 13 marzo scorso per chiedere l’impeachment di Dilma e l’arresto di Lula.
Una debacle e, se quella di ieri- con annesso discorso del leader (qui una mia analisi audio) – doveva essere una prova di forza, i numeri provano che il tentativo è fallito. Del populismo senza popolo ho già scritto oggi per l’edizione cartacea de Il Giornale, mentre oggi la grossa novità sono le dichiarazioni bomba del senatore del PT Delcidio do Amaral, ex leader del governo Dilma al Senato sino a quando la Mani Pulite verde-oro non l’ha arrestato.
Delcidio, che ora collabora con la giustizia che indaga sulla corruzione che impregna la politica brasiliana, in un’intervista pubblicata oggi dal settimanale Veja ha detto quanto segue “Il petrolão (l’enorme scandalo di corruzione con tangenti milionarie che hanno ridotto sul lastrico la Petrobras e su cui indagano sia gli inquirenti brasiliani che almeno altre 10 magistrature in giro per il mondo, Italia, Stati Uniti e Svizzera comprese, ndr) ha finanziato la rielezione di Dilma.
“L’oggi ministro Edinho Silva, tesoriere della campagna presidenziale del 2014, ha adottato il ricatto come strategia. Cercava gli imprenditori facendo loro sempre lo stesso discorso: ‘Tu stai con noi o no? Vuoi mantenere i tuoi contatti, sì o no?’”.
“L’estorsione è stata più palese al ballottaggio. Edinho ha fatto pressioni su Ricardo Pessoa dell’UTC, José Antunes della Engevix e su Otávio Azevedo dell’Andrade Gutierrez. Credo che Lula e Dilma abbiano cominciato a mettersi d’accordo a metà dello scorso anno. Fu allora che nacque l’idea di nominare Lula ministro”.
In sintesi, Lula e Dilma hanno cominciato ad ostacolare la giustizia verde-oro solo quando, a metà 2015, la Lava Jato (così si chiama la Mani Pulite brasiliana, ndr) iniziò a stringere il cerchio intorno al palazzo presidenziale.
Come nel suo interrogatorio rivelato qualche settimana fa dalla revista Istoé, il senatore del PT do Amaral ha confermato oggi che Lula è stato il mandante del petrolão: “Lula ha negoziato direttamente con i vari schieramenti parlamentari la nomina dei direttori della Petrobras ed era pienamente a conoscenza dell’uso che i partiti facevano dei direttori, soprattutto in merito al finanziamento delle campagne elettorali. Lula comandava lo schema”.
E Dilma Rousseff? “Dilma ha ereditato e si è beneficiata direttamente dello schema che ha finanziato le sue due campagne presidenziali. Anche Dilma sapeva tutto, la differenza è che lei fingeva di non c’entrarci nulla”.
E sull’ostruzione alla giustizia dei due, ecco cosa ribadisce il senatore del PT, ex leader del governo al Senato.
“Io ho sbagliato nel partecipare ad un’operazione volta a far tacere un testimone, ma ho sbagliato sotto comando di Lula. È stato lui con la presidente Dilma a tentare di ostacolare in modo sistematico i lavori della Giustizia, com’è stato chiarito (nei giorni scorsi, ndr) con la divulgazione delle conversazioni registrate tra i due”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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