L'ultima follia del MeToo: "Mai più scene di nudo con registi maschi"

L'attrice inglese Keira Knightley ha rivelato di non sentirsi a proprio agio sotto gli sguardi maschili durante le riprese di scene di nudo o sesso

L'ultima follia del MeToo: "Mai più scene di nudo con registi maschi"

È l'ultimo delirio del #MeToo. "Non parteciperò mai più a scene di nudo nei film se il regista è un uomo". Parola di Keira Knightley, attrice britannica 35enne famosa per Pirati dei Caraibi, e già protagonista di scene in cui appare senza veli in pellicole come Espiazione e Colette. Parlando al podcast di Chanel Connects, Keira Knightley, come riporta IlGiornale, ha raccontato della sua volontà di non voler più girare scene di nudo con registi maschi, aggiungendo una clausola nei suoi contratti. "Non ho un divieto assoluto, ma non lo faccio con gli uomini. In parte è vanità ma è anche lo sguardo maschile" ha spiegato. "Se si trattasse di affrontare il tema della maternità, di quanto sia straordinario quel corpo, di come all'improvviso guardi questo corpo che devi conoscere ed è tuo ed è visto in un modo completamente diverso ed è cambiato in modi che sono insondabili per te prima di diventare madre, allora sì, sarei assolutamente pronta ad esplorarlo", ma solo con una regista donna.

L'attrice inglese ha spiegato di non voler più prendere parte a "quelle orribili scene di sesso" in cui "sei tutto unto e tutti grugniscono. Non mi interessa farlo. Detto questo, ci sono volte in cui dico: Sì, capisco perfettamente che a volte questo sesso sarebbe davvero bello in questo film, hai solo bisogno di qualcuno che sembri sexy. Quindi possono farlo fare a qualcun altro". Premesso che l'attrice può fare ciò che vuole, il messaggio annacquato di politicamente corretto che vuol far passare è che un regista maschio - magari bianco? - non ha la giusta sensibilità per girare delle scene di nudo mentre una regista donna sì. Di fatto, con le ultime dichiarazioni mette in dubbio la professionalità dei registi, solo perché maschi, attraverso delle dichiarazioni pregiudiziali. Una follia che non sta in piedi come dimostra la storia del cinema (anche d'autore). Se tutti (o tutte) ragionassero o avessero ragionato in passato come Keira Knightley, che ne sarebbe stato di capolavori conturbanti come Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick o delle scene cult, passate alla storia, di 9 settimane e mezzo? L'arte e il cinema sono (anche) nudo e sesso, e che il regista sia uomo o donna non dovrebbe importare a un'attrice strapagata per fare il suo lavoro.

Dopotutto, Keira Knightley è una progressista e una femminista convinta. L'attrice di Sognando Beckham che raggiunse la celebrità a 17 anni con Pirati dei Caraibi, ha scritto un saggio, nel 2019, intitolato The Weaker Sex (Il sesso debole) pubblicato nell’antologia Feminists Don’t Wear Pink and Other Lies. Il parto, l’allattamento, ma anche l’aborto o semplicemente il ciclo mestruale: sono cose, secondo l'attrice, di cui non si parla abbastanza. "Mentre tutti possono simpatizzare con gli uomini per le loro esperienze, inclusi molti aspetti della loro sessualità, sono state esplorate ampiamente nei libri, nei film, nelle serie tv, lo stesso non vale per noi", sottolinea l’attrice, come riporta il Corriere della Sera.

In passato, come altri attori e attrici dello star system, Knightley ha fatto sapere al mondo tutto il suo disprezzo nei confronti dell'ex presidente Usa Donald Trump sostenendo che l'allora figlia di 19 mesi avesse pianto a dirotto una volta appresa la notizia della vittoria del tycoon alle elezioni presidenziali del novembre 2016.

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