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L'uomo che uccise Chris Kyle

Il 2 febbraio del 2013, Eddie Ray Routh uccide Chris Kyle, il cecchino più letale della storia americana. In questo articolo ripercorriamo la loro storia

L'uomo che uccise Chris Kyle

L'11 febbraio del 2013, settemila persone si radunano all'Tt&T stadium di Dallas. Non sono lì per vedere una partita di baseball o di football americano. Sono lì per dare l'ultimo saluto a Chris Kyle, il cecchino più letale della storia d'America, ucciso solamente nove giorni prima da Eddie Ray Routh, un veterano vittima di stress post traumatico (Ptsd). Erano la prima volta che i due si vedevano. La madre di Ray aveva più volte chiesto a Chris di aiutarlo e lui non aveva potuto far altro che accettare. Del resto, anche lui era stato vittima di stress post traumatico. Come non aiutare un compagno d'armi?

Ma forse dobbiamo partire dall'inizio. E dobbiamo farlo seguendo il percorso fornito da L'uomo che uccise Chris Kyle. Una leggenda americana (L'ippocampo), che racconta la storia del cecchino più letale della storia degli Usa, intrecciandola a quella del suo killer (un elemento che non è affatto presente in American sniper di Clint Eastwood).

Chris è il classico uomo dell'America profonda. Nato in Texas, passa la sua giovinezza nei ranch, a domare cavalli e ad andare a caccia. Cresce, come scrivono gli autori, "in una certa mitologia, ponendo il patriottismo e l'amore per l'America al di sopra di tutto". Si arruola nei Navy Seals e, nel 2003, viene impiegato in Iraq. Qui si distingue per le sue qualità, sia umane (è capace di fare squadra e di tenere alto il morale di tutti) sia come cecchino. Spara a tutti coloro che possono rappresentare una minaccia per i soldati americani e si pente solo di una cosa: non riuscire a proteggere tutti i suoi commilitoni. Le missioni lo consumano: viene ferito due volte e sottoposto a più operazioni alle ginocchia. Senza contare i problemi di udito e di pressione sanguigna. È proprio in questi anni - angelo custode armato di silenziatore - che si conquista il soprannome di "Leggenda". Il suo compito, infatti, è quello di proteggere i soldati americani e i loro alleati. Ed è straordinariamente efficiente. Mette nel mirino quelli che definisce "selvaggi", gli iracheni insorti, e poi preme il grilletto: "Non ero determinato a ucciderli, ero determinato a fare in modo che ogni membro del reparto, americano o alleato, ritornasse a casa". I morti provocati dal suo fucile sono oltre 250.

Ma mentre lui è all'apice del suo successo - ha anche avviato una società per la promozione dell'addestramento tattico dell'esercito e delle forze dell'ordine - c'è chi pensa a come eliminarlo. Eddie Ray Routh ha 25 anni e un passato da marines. Da tempo non riesce a uscire dalla sua camera ed è immerso in droghe e depressione. A differenza di Chris non ha mai ucciso nessuno e in Iraq si è occupato solamente delle carceri. Nel 2010 viene spedito ad Haiti, dopo che un terremoto ha devastato l'isola, trasformandola in un grande cimitero a cielo aperto. Vede le scavatrici gettare i cadaveri nell'abisso della terra e ne rimane traumatizzato. Come si legge in L'uomo che uccise Chris Kyle, "Eddie diceva che aveva visto cose che lo turbavano e che non poteva farci niente. Non era come se sse stato in combattimento. A dire il vero, beveva molto e faceva dell'automedicazione, come la maggior parte dei marines. Vengono congedati e non vogliono ammettere di avere un problema... allora cercano qualcosa che calmi il dolore e li aiuti a dimenticare".

Ma dimenticare per Eddie è impossibile. In televisione vede Chris e crede sia un eroe. Vede in lui ciò che vorrebbe essere, ma non è e, forse, non potrà essere mai. Ogni giorno nuovi incubi e nuovi demoni lo assalgono. Ed è a questo punto che sua madre chiede una mano a Chris, che da tempo è impegnato ad aiutare i veterani, portandoli al poligono e, soprattutto, facendoli parlare e sfogare. Ma con Eddie tutto questo è impossibile. Sale in macchina e non dice una parola. Rimane muto. Lo stesso quando arriva al poligono.

Qualcosa però scatta dentro di lui e, anziché puntare le armi contro il bersaglio, le dirige verso Chris e il suo amico Chad Littlefield, che li aveva accompagnati. "Eddie non sopporta la presenza di Chad" - si legge in L'uomo che uccise Chris Kyle - "Eddie pregustava talmente il suo appuntamento con 'la leggenda' da avergli telefonato quattro volte durante la settimana". Sei colpi traffigono il corpo del cecchino, che cade a terra.

Nessuno si accorge di nulla. Del resto perché preoccuparsi di tanti spari all'interno di un poligono? Eddie si dà alla macchia, ma viene prima trovato e infine condannato. La morte di Chris Kyle commuove l'America. Migliaia di persone si riversano in strada, sventolando la bandiera a stelle e strisce.

Tanti commilitoni, ora, si sentono più deboli senza il loro angelo custode. Tutti però piangono e si stringono attorno a Taya, la vedova. L'America si scopre unita.

Del resto, non si può uccidere una leggenda, la si può solo scalfire. Figurarsi "la leggenda".

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