Macedonia, referendum sul nome del paese il 30 settembre

La Macedonia deciderà il nome del proprio paese che si chiamerà Repubblica di Macedonia del Nord tramite un referendum popolare il prossimo 30 settembre. Il cambio del nome rappresenta anche la possibilità di aderire all’Unione europea e alla Nato

Macedonia, referendum sul nome del paese il 30 settembre

La Macedonia è pronta a cambiare il proprio nome e l’ultima decisione spetterà al popolo.

Ed è proprio per questo che il prossimo 30 settembre tutti i cittadini macedoni saranno invitati a recarsi alle urne per esprimere il proprio voto sul cambiamento del nome del paese da Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (come riconosciuta da alcuni stati nel mondo) a Repubblica di Macedonia del Nord. Questo referendum popolare è il simbolo della fine di un’annosa disputa con la Grecia e permetterà ai macedoni di proporre nuovamente (se confermata dal voto) la propria adesione all’Unione europea e alla Nato.

La scelta del nuovo nome della Macedonia è scaturito dall’accordo firmato con la Grecia lo scorso 17 giugno, giorno che ha posto teoricamente la parola fine alla lunga controversia durata oltre 27 anni sull’uso del nome (ancora attuale) dello stato macedone.

Zoran Zaev, primo ministro macedone, ha dichiarato che il referendum popolare avrà solo un carattere “consultivo”, affermando allo stesso Alexis Tsipras, primo ministro greco, che la procedura di convalida del nome sarà portata a termine entro gennaio 2019. Quindi sembra essere quasi ufficiale l’adozione di questo nuovo nome per lo stato macedone, anche se l’esito del voto popolare di settembre (se contrario) potrebbe rafforzare la posizione di rifiuto portato avanti dalle opposizioni. Se invece vincesse il sì, l’adozione del nome dovrebbe passare lo stesso dal parlamento macedone, incassando una convalida con una maggioranza di due terzi, che attualmente non esiste.

E proprio su questo punto si è espresso anche Alexis

Tsipras, che ha deciso di ammonire il governo macedone a riguardo. Se l’emendamento costituzionale non dovesse essere ratificato, “l'invito della Nato viene annullato e le trattative con l'Unione europea non si muovono.”

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