"Nessuna vendetta contro Mosca": la ricetta di Macron per il dopoguerra

Il presidente francese ha parlato a Strasburgo in chiusura dei lavori della Conferenza sul Futuro dell'Europa: "Domani dobbiamo costruire una pace e dovremo farlo con Russia e Ucraina attorno a un tavolo"

"Nessuna vendetta contro Mosca": la ricetta di Macron per il dopoguerra

Una pace sì, ma duratura e senza umiliazioni per gli sconfitti. È questo il senso del discorso tenuto oggi dal presidente francese Emmanuel Macron a conclusione dei lavori, tenuti a Strasburgo, della Conferenza sul futuro dell'Europa.

Quando la pace tornerà sul suolo europeo dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e dovremo insieme non cedere mail alla tentazione né dell'umiliazione né dello spirito di vendetta”, ha dichiarato Macron parlando davanti la platea della Conferenza riunita nella città che ospita l'europarlamento. “Già troppo in passato queste scelte hanno devastato il cammino della pace”. Il presidente francese sembra quindi voler pensare già al dopoguerra, a quando l'attuale conflitto tra Russia e Ucraina avrà una soluzione. E lo fa partendo da quella che secondo lui è la più importante lezione proveniente dal passato: stringere una pace che non costituisca terreno fertile per future guerre.

Non a caso Macron ha menzionato quanto accaduto con i trattati di Versailles, siglati dopo la Prima guerra mondiale e che hanno visto condizioni troppo pesanti per gli sconfitti. “Quei trattati – ha detto il capo dell'Eliseo – sono stati segnati dall'umiliazione della Germania”. Un chiaro riferimento alle difficoltà attraversate da Berlino dopo la grande guerra e alle condizioni economiche e sociali in grado di favorire, a quel punto, l'ascesa dei nazionalismi. Con tutte le conseguenze poi ben note.

A questo punto, Macron ha esplicitamente parlato dell'attualizzazione del suo concetto di pace nel contesto di Ucraina e Russia. “Domani avremo una pace da costruire – ha rimarcato – non dimentichiamolo mai. Dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo”.

Una dichiarazione politicamente rilevante, in quanto pone esplicitamente Mosca come attore da considerare in futuro per giungere a un accordo e alla fine del conflitto. Circostanza oggi niente affatto scontata, vista la quasi totale interruzione dei rapporti economici con la Russia e le sanzioni ad essa applicate dopo la scelta del Cremlino di aggredire l'Ucraina.

Il raggiungimento della pace – ha quindi concluso Macron – non sarà fatto in negazione, né in esclusione reciproca, né anche nell'umiliazione”. In questa fase del conflitto, Parigi si è posta sempre come principale mediatrice dell'Europa. Subito dopo la sua rielezione, conclamata nella giornata del 26 aprile scorso, Macron ha telefonato a Putin per la sesta volta dall'inizio delle ostilità.

Oggi l'Eliseo si candida a promotore di una futura trattativa di pace,

non solo e non tanto per il raggiungimento di un cessate il fuoco, quanto invece per la stesura di un accordo più generale capace, nell'ottica francese, di non creare umiliazioni e quindi future condizioni per nuove guerre.

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