Lei è Jessica Girado. Donna californiana di 35 anni, influencer su Instagram, creativa e appassionata di fotografia, ma soprattutto mamma casalinga di cinque figli e moglie. Credente. Sul suo blog personale dice di essere quella "che ama stare lì con la macchina fotografica pronta a catturare la storia che stai raccontando e gridarla alle masse". Jessica, tuttavia, riporta La Verità, è anche molto altro: un madre surrogata, che ha deciso di raccontare al settimanale statunitense Parade la sua esperienza dopo aver dato alla luce due gemelli per conto di una coppia cinese. Una storia molto dura e che dovrebbe far riflettere le ultrà-femministe dell'utero in affitto, anche se lei assicura, nonostante tutto: "Lo rifarei".
A circa otto settimane di gravidanza, racconta l'influencer a Parade, "la nausea mattutina mi ha colpito duramente. Non ho mai avuto la nausea mattutina con nessuno dei miei cinque figli e non mi aspettavo di averla con la maternità surrogata. Ma era davvero agitata", non "ero preparata e la mia famiglia non era pronta". Jessica racconta al settimanale americano che durante tutta la gravidanza esitava a condividere quell'esperienza: aveva paura della reazione delle persone che le stavano accanto. "In realtà - afferma - hanno reagito esattamente al contrario di quello che mi aspettavo. Sono stati così solidali". Fisicamente ed emotivamente, per Jessica si è trattata di un'esperienza devastante. Negli ultimi due mesi della gravidanza, è rimasta a letto per due mesi. "Mi ha fatto molto male, il mio corpo era malconcio. Anche scendere dal divano e camminare fino al lavandino della cucina per prendere un po' d'acqua era un problema, è stato difficile. Ho anche sviluppato il diabete gestazionale, che non ho mai avuto, quindi ho dovuto monitorare tutto ciò che mangiavo".
Anche se con il tempo è migliorato, il momento più complesso della nota influencer, durante la maternità surrogata, è stato il post-parto. Soprattutto dal punto di vista emotivo. "Non ero affatto reparata" ammette "tutti erano preoccupati del fatto che mi sarei affezionata ai bimbi. Ma i genitori erano lì con me e sapevo che i bambini non erano miei". Ciò che l'ha più colpita è il rapporto con la coppia cinese: "Mi chiedevano costantemente come mi sentivo o come andavano gli appuntamenti. Abbiamo costruito una relazione, abbiamo messo in piedi un'amicizia. Poi i bambini sono nati prematuri ed erano super occupati con loro. All'improvviso sentivo di non farne più parte. Per nove mesi ho portato questi bimbi in grembo e poi è tutto finito all'improvviso". Questo, osserva, "mi ha completamente preso alla sprovvista anche se poi con il tempo è migliorato".
Va detto che in California, dove vive Jessica, alle mamme viene garantito un compenso di circa 30mila euro, anche se lei giura di averlo fatto "per spirito di servizio". Ma nelle zone più povere del mondo, dove si sta moltiplicando il ricorso alla Gpa, le donne in difficoltà economica mettono in affitto il loro utero per poter sopravvivere. Di fatto si tratta di una nuova schiavitù, un nuovo sfruttamento del corpo della donna che anche molte associazioni femministe hanno duramente condannato.
In Francia, lo scorso anno Liberàtion ha pubblicato una lettera firmata da oltre 160 personalità e associazioni che chiedeva di introdurre il divieto della maternità surrogata: una lettera sottoscritta, tra gli altri, da Sylviane Agacinski, filosofa femminista, voce importante del mondo della sinistra francese, dal filosofo Michel Onfray, oltre alla femminista di sinistra Nicole Péry.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.