Cairo, il maestro di calligrafia El Seed cambia volto al quartiere copto

L'artista tunisino è noto per i suoi maxi-progetti in tutto il mondo arabo

Una piccola parte dell'opera di el Seed al Cairo
Una piccola parte dell'opera di el Seed al Cairo

"Chiunque voglia vedere la luce del sole con chiarezza deve prima pulirsi gli occhi". È una frase del vescovo copto Sant'Atanasio di Alessandria quella che da oggi campeggia su cinquanta edifici del quartiere popolare di Manshiyat Naser al Cairo.

Un quartiere povero, uno dei quartiere degli zabbaleen, la comunità che vive dei rifiuti della città, costruendo la sua intera esistenza attorno alla raccolta delle tonnellate di rifiuti che il Cairo produce. Migliaia di persone, per la maggior parte cristiani copti d'umile estrazione, che da decenni fanno da spazzini alla megalopoli africana.

È a Manshiyat Naser che El Seed, artista tunisino (ma nato in Francia) che miscela la street art con la calligrafia araba più tradizionale, ha realizzata la sua ultima mastodontica opera, un unico "pezzo" che campeggia su cinquanta edifici differenti e che guardato dalla distanza, dalla collina del Moqattam, compone quella frase di Sant'Atanasio, che nella concezione dell'artista è proprio dedicata agli zabbaleen.

Perception, l'opera di El Seed a Manshiyat Naser
Perception, l'opera di El Seed a Manshiyat Naser

"Con il mio nuovo progetto, 'Percezione' - scrive El Seed sulla sua pagina facebook - voglio mettere in discussione il livello di giudizio e l'idea sbagliata che una società può formarsi su una comunità, per via delle differenze che esistono". Per l'artista tunisino gli zabbaleen, gli "spazzini" del Cairo, sono gli ideatori del sistema di riciclo più efficiente a livello globale, che sta in piedi da decenni senza che sia organizzato formalmente. Eppure "il luogo dove vivono è vissuto come sporco, marginalizzato e segregato".

Con l'aiuto degli abitanti del posto e di un team di aiutanti, El Seed ha realizzato "l'opera anamorfica" che ora ha cambiato il volto

del quartiere. "Non vivono nella sporcizia, ma con la sporcizia. E non con la loro, ma quella dell'intera città. Sono quelli che tengono pulita la città del Cairo". E ora le loro stesse case ne celebrano l'esistenza.

@ACortellari

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