Manchester, condannata coppia di pedofili: su chat prove degli abusi

Keeli Burlingham ed il compagno Peter Taylor sono stati condannati ad una pena complessiva di 26 anni di reclusione: 11 per Keeli, 15 per Peter. Secondo la difesa della 33enne, la donna avrebbe agito perché completamente assoggettata al compagno

Manchester, condannata coppia di pedofili: su chat prove degli abusi

Il tribunale del “Minshull Street Crown Court” di Manchester (Inghilterra) ha condannato ad una pena complessiva di 26 anni la coppia di 33enni accusati di numerosi abusi sessuali commessi su vittime ancora minorenni.

A finire dietro le sbarre, l'ormai ex cameriera Keeli Burlingham ed il compagno Peter Taylor, entrambi originari di Dukinfield, cittadina della contea di Greater Manchester.

Stando a quanto emerso dalle indagini condotte dagli inquirenti, i due si erano conosciuti nel 2016 su una chat online. Entrambi avevano troncato le loro precedenti relazioni, e cercavano un nuovo compagno.

Tuttavia, fin da subito, la loro relazione si era dimostrata malata, tra giochi erotici e inclinazioni sessuali distorte aventi bambini, anche molto piccoli, come oggetto di desiderio.

Incastrato da alcuni messaggi rimasti sul web e nelle chat di WhatsApp, Peter Taylor è stato arrestato nel 2019, ed ha subito ammesso le proprie colpe, raccontando di aver scaricato molte immagini dal contenuto pedopornografico. Il proseguire delle indagini, tuttavia, ha portato alla luce una realtà ancora più oscura.

I gusti sessuali del 33enne erano fin da subito apparsi fortemente distorti, tanto da chiedere spesso alla nuova compagna di vestirsi in divisa da giovane studentessa durante i loro incontri. Da qui le dichiarazioni della difesa di Keeli Burlingham, secondo le quali la donna avrebbe fatto tutto quanto perché spinta dal desiderio di compiacere il 33enne. Una versione che, tuttavia, non ha convinto i giudici.

Con il tempo l'ossessione nutrita da Taylor nei confronti di ragazzine e bambini non ha fatto che aumentare. Keeli non si è mai tirata indietro, anzi, avrebbe spesso preso l'iniziativa. Non riuscendo più a trarre soddisfazione dalle immagini pedopornografiche scaricate dal web, i due sono passati all'azione.

A finire per prima fra le grinfie della coppia di pedofili una bambina di soli 3 anni, alla quale dovevano fare da babysitter. La 33enne abusò della piccola per soddisfare il compagno, registrando tutto sul proprio cellulare.

In seguito toccò ad una ragazzina di 11 anni conosciuta dalla coppia: Taylor aveva letteralmente perso la testa per lei. “I registri delle chat mostrano senza alcun dubbio che Taylor era sessualmente ossessionato dalla ragazzina e che aveva manipolato Keeli per aiutarlo nel suo desiderio di ottenere immagini di lei a sua insaputa, usando un dispositivo fotografico”, ha riferito il procuratore Michael Scholes, come riportato dal “DailyMail”. “Taylor si vantava di aver abusato della ragazza a sua insaputa, dato che era riuscito a toccarle il fondoschiena mentre si trovavano in piscina. I registri della chat hanno dimostrato il suo forte desiderio di abusare sessualmente della bambina e di avere rapporti sessuali con lei”.

Ma i due non si sono fermati a questo. Ormai fuori controllo, hanno approfittato anche di altri bambini. Nel 2017, quando Taylor si trovava in vacanza negli Stati Uniti, Keeli aveva scattato numerose foto indecenti alla figlia di un amico presso il quale si trovava ospite. Non solo. In un'occasione, mentre i genitori della ragazzina non si trovavano in casa, la 33enne abusò sessualmente della piccola, documentando tutto col telefono. Il materiale fu poi spedito al compagno ancora negli Usa.

L'ultimo bambino ed esser preso di mira da Peter Taylor e Keeli Burlingham è stato il figlio di una coppia di amici, di soli 5 anni. Fortunatamente i due mostri non sono riusciti ad attuare il loro diabolico piano. La madre del piccolo ha preso parte al processo ed ha guardato negli occhi le due persone di cui un tempo si fidava. “Pensavo fosse mia amica”, ha dichiarato, riferendosi a Keeli. “E lei ha commesso l'ultimo dei tradimenti. Vedo due persone diverse: quella che un tempo era mia amica, ed un mostro. Non sapevo cosa fosse l'odio prima di adesso. Non riuscirò più a fidarmi di nessuno.

L'unico conforto è che adesso si trova in prigione: mio figlio e gli altri bambini sono al sicuro”, ha concluso.

Mark Savill, giudice del tribunale di Manchester, ha condannato Peter Taylor a 15 anni di reclusione, e Keeli Burlingham a 11.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica