Francois Hollande accoglie Paolo Gentiloni, Angela Merkel e Mariano Rajoy nella reggia di Versailles. Il vertice a quattro è stato convocato dal presidente francese per preparare le celebrazioni dei Trattati di Roma che si terranno il 25 marzo. E, se da una parte i leader europei persistono nel chiedere un'Europa aperta, dall'altra aprono all'idea di un'Unione a due velocità. "La Ue è in difficoltà", ammettono i quattro chiedendo di consentire "diversi livetti di integrazione" per i Paesi che ne fanno parte.
Il fallimento dell'Unione europea è sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi anni i burocrati di Bruxelles non sono riusciti a far fronte alla crisi economica, all'invasione degli immigrati e al terrorismo islamico. In compenso hanno vincolato i Paesi membri con lacci e lacciuoli che li hanno resi sempre più deboli. Così, mentre l'Unione europea si prepara a celebrare i Trattati di Roma, che hanno di fatto sancito la nascita della Comunità economica europea (Cee), i capi di Stato di Italia, Francia, Germania e Spagna fanno mea culpa. "Siamo in un contesto con molte incertezze, molte preoccupazioni - ammette Hollande - e alcuni principi che sembravano attestati per sempre, come lo stato di diritto, la solidarietà, l'apertura e la pace sembrano messe in discussione". Secondo il presidente francese, non basta infatti celebrare i sessant'anni dei Trattati europei: "Serve un impegno per il futuro". E questo impegno passa anche attraverso la formazione di un'Europa a due velocità. Non bisogna lasciare indietro nessuno ma la Ue deve andare avanti a velocità diverse - ribadisce Hollande - la Ue deve dimostrare la solidarietà di tutti i 27 paesi, ma servono nuove forme di cooperazione differenziata".
Anche la Merkel ha convenuto la necessita di andare verso un'Europa a più velocità. "L'Ue è stata una creazione di pace - spiega - dobbiamo continuare in questa direzione perché se ci fermiamo tutto quello che abbiamo costruito potrebbe crollare. Abbiamo tutti l'obbligo di continuare la costruzione europea". Anche la cancelliera tedesca ora sostiene la tesi delle "cooperazioni differenziate". "Alcuni Paesi devono poter andare avanti più rapidamente rispetto ad altri - argomenta - ma per chi è indietro non è una situazione chiusa".
Anche l'Italia nella discussione sul futuro dell'Unione prenderà posizione per "una Ue più integrata, ma che possa consentire diversi livelli di integrazione". "Perché - sottolinea Gentiloni - è giusto e normale che i Paesi possano avere ambizioni diverse e che l'Unione possa dare a queste ambizioni diverse risposte diverse, mantenendo un progetto comune".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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