Berlino - Lui, conservatore di scuola cristiano democratica, ha riunificato la Germania portandola al centro dell'Europa. Lei ha spinto i cristiani democratici verso il centro della politica tedesca. Sono Helmut Kohl e Angela Merkel: a fine anni '90 lei è apparsa al mondo come la sua delfina. Lui è stato cancelliere dal 1982 al 1998; lei governa ininterrottamente dal 2005 ed è, di fatto, l'erede di Kohl. Oggi però volano gli stracci. Stracci vecchi di una dozzina di anni che lo Spiegel ha tirato fuori dall'armadio di una lunga conversazione fra Helmut Kohl e il suo intervistatore Heribert Schwan. Giudizi articolati su tutto il panorama tedesco dell'ultimo quarto di secolo, inframezzati da frasi meno eleganti. «Frau Merkel non riusciva neanche a mangiare per bene con forchetta e coltello. Lei era scomposta a tavola alle cene di stato al punto che io più volte ho dovuto richiamarla all'ordine». Se c'è un comportamento che tutti i tedeschi riconoscono all'ex cancelliere è quello di non essersi mai troppo soffermato sui politici che lo hanno succeduto, mantenendo un profilo riservato da «padre della patria». Le anticipazioni che il settimanale fa del libro «Testamento. Il protocollo di Kohl» mettono in soffitta questo mito.
Ecco allora l'ex capo del governo svelare sia le confidenze del'ex capogruppo della Cdu (2000-2002), Friedrich Merz, «la Merkel non ha idea (della politica, ndr )» sia quelle della propria segretaria Juliane Weber che non la poteva vedere. Quali le ragioni di tanto rancore? In primo luogo vanno ricordate le differenze socio-culturali: lui cattolico della meridionale Renania-Palatinato, uomo di comprovata fede atlantica; lei luterana cresciuta nell'ex Ddr con un'ottima conoscenza della lingua russa. Accomunati dalla militanza nella Cdu, i due non potrebbero essere più diversi. E proprio la Cdu sarà il teatro del tramonto del primo e dell'ascesa della seconda: investita dallo scandalo tangenti di fine anni '90, l'Unione cristiano democratica brucerà diversi leader finché Angela Merkel salverà il partito prendendo le distanze proprio da Helmut Kohl. Prese le redini della macchina politica, la donna venuta dall'Est trasformerà in pochi anni la vecchia formazione conservatrice in un partito centrista venato di progressismo, in grado di battere i socialdemocratici su temi come il matrimonio omosessuale e di scippare ai verdi la battaglia contro il nucleare.
Battaglie inconcepibili per un vecchio conservatore come Kohl che nel 2011 si è permesso di criticare pubblicamente la Merkel per l'astensione della Germania all'Onu sulla guerra in Libia e per la gestione poco solidale della crisi dell'eurozona. Gli altri sono solo sassolini che un gigante della storia europea, oggi malato e non in grado di fermare la pubblicazione del libro firmato da Schwan, si è tolto dalla scarpa dodici anni fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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