Migranti, Juncker chiede (ancora) solidarietà: "I nazionalisti distruggono l'Ue"

Il presidente della Commissione Ue lancia il sovranismo europeo: "Smettetela di trascinare l'Europa nel fango". E torna a chiedere vie di migrazione legale: "Serve solidarietà"

Migranti, Juncker chiede (ancora) solidarietà: "I nazionalisti distruggono l'Ue"

"Diciamo 'sì' al patriottismo, ma diciamo 'no' al nazionalismo che cerca capri espiatori e cerca di distruggerli invece di farci coesistere in modo migliore". Nell'ultimo pronunciamento davanti alla plenaria dell'Europarlamento prima delle elezioni del maggio 2019, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, difende l'Unione europea "guardiano della pace" e attacca apertamente i partiti sovranisti accusandoli di "trascinare il nome (dell'Europa, ndr) nel fango". "Dovremmo essere grati del fatto che viviamo in un continente pacifico, reso possibile grazie alla Ue - ha scandito nel suo discorso sullo Stato dell'Unione a Strasburgo - dobbiamo mostrare pù rispetto per la Ue".

Questa mattina Juncker si è presentato davanti al Parlamento europeo per il tradizionale discorso sullo stato dell’Unione. È la quarta (e ultima) volta che ha parlato davanti alla plenaria degli eurodeputati tessendo le lodi del progetto europeista. Entro un anno, nel settembre del 2019, il Parlamento dovrà scegliere un nuovo esecutivo che, se confermati i sondaggi che circolano in queste settimane, avrà un volto completamente diverso da quello che siede oggi a Strasburgo. Le parole pronunciate in mattinata dal presidente della Commissione Ue suonano proprio come un appello ai cittadini affinché non seguano il nazionalismo. "La geopolitica ci insegna che l'ora della sovranità europea è suonata", ha detto Juncker spronando l'Europa a "diventare un attore sovrano nelle relazioni internazionali". "La sovranità europea - ci ha tenuto a precisare - deriva dalla sovranità degli Stati membri e non sostituisce le nazioni". Di tutt'altro avviso i partiti sovranisti che, nelle ultime settimane, hanno iniziato a riunirsi attorno alla no-profit di Steve Bannon che si prefigge di dare un nuovo volto all'Europa dando più spazio ai popoli. "Le prossime elezioni europee saranno una sfida tra i cittadini normali e le élite tecnocratiche - ha spiegato recentemente l'ex guru di Donald Trump - grazie al sostegno finanziario e propagandistico di The Movement, finiranno i compromessi parlamentari che hanno finora legittimato il primato della finanza sui popoli".

"L'Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza che volta le spalle al mondo". Per Juncker la partita europea si gioca, ancora una volta, sulla capacità di tutti gli Stati membri di accogliere gli immigrati clandestini che sbarcano sulle coste del Vecchio Continente. A suo dire non si può più "elaborare soluzioni ad hoc" ogni volta che arriva un'imbarcazione. "Abbiamo bisogno di maggiore solidarietà nel presente e nel futuro e deve essere una solidarietà duratura". Così, se da una parte ha rilanciato il rafforzamento della guardia di frontier con un "aumento di funzionari da qui al 2020 per arrivare a 10mila unità", dall'altra ha proposto una agenzia europea per l'asilo che aiuti ogni singolo Stato a trattare le richieste dei richiedenti. Resta, invece, sul tavolo della Commissione la proposta per accelerare il rimpatrio degli immigrati arrivati irregolarmente. Sembra, infatti, che l'interesse di Juncker sia più sbilanciato sull'apertura di vie di immigrazione legale verso l'Europa. "Abbiamo bisogno di migranti qualificati". Da qui la proposta di siglare una nuova alleanza tra l'Africa e l'Europa per investimenti e posti di lavoro duraturi.

"Questa alleanza permetterebbe di creare fino a 10 milioni di posti di lavoro in Africa nei prossimi dieci anni", ha spiegato, convinto della necessità di "un'evoluzione dei numerosi accordi commerciali euro-africani per arrivare a un accordo di libero scambio da continente a continente".

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