"Missione Libia, si parte". Matteo Salvini ha postato su Twitter un selfie e alcune foto che lo ritraggono a Ciampino e sull'aereo militare per andare a Tripoli (gallery). "Il mio impegno - ha assicurato - sarà massimo per rinsaldare l'amicizia tra i nostri due Paesi e la collaborazione su tutti i fronti". Il viaggio, fortemente voluto dal ministro degli Interni che ieri ha ringraziato le autorità e la guardia costiera libica per aver salvato e accolto centinaia di migranti in mare, servirà a "imporre" alle autorità locali le sue "posizioni rigide" in tema di contrasto all'immigrazione clandestina. A partire dalla creazione di hotspot ai confini esterni della Libia e, quindi, non in Italia come vorrebbe invece Bruxelles.
Dopo la caduta e l'uccisione del rais Muhammar Gheddafi nel 2011, il Paese è precipitata in una complesso conflitto ancora in corso. La Libia, da sempre sulla rotta illegale dei migranti tra l'Africa sub sahariana e le coste italiane, è diventata così sempre più un luogo di transito e sfruttamento dei disperati che puntano a raggiungere l'Europa. Durante il colloquio con il presidente del governo di accordo nazionale libico, Fayez Serraj, Salvini ha detto chiaramente che il governo italiano intende svolgere un ruolo di primo piano nell'arena politica per promuovere "la riconciliazione e la stabilità" nel Nord Africa. Nel presentare la missione in territorio libico, una "fonte informata" dei fatti citata dal quotidiano locale al Marsad ha spiegato che il "motivo" della visita di Salvini è quello di "ribadire le posizioni molto rigide che ha assunto per mettere fine alle migrazioni illegali verso l'Europa" alla luce anche del "rifiuto di accogliere la nave Lifeline che trasportava 234 immigrati".
Il viaggio di Salvini arriva all'indomani del tavolo coi Paesi membri dell'Unione europea. Dopo giorni di alta tensione, in cui il governo italiano è arrivato a minacciare di disertare il summit di Bruxelles in seguito alla diffusione della bozza di un preaccordo franco-tedesco sui migranti, Giuseppe Conte è andato a pestare i pugni sul tavolo. Il cuore della proposta italiana consiste nella la richiesta di istituire "centri di protezione" nei diversi Stati dell'Unione e nei Paesi di transito in Africa, come il Niger e appunto la Libia. A Tripoli, oggi, Salvini ha ribadito la propria contrarietà all'apertura di nuovi hotspot in Italia. "Sarebbero un problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti - ha spiegato il ministro dell'Interno - noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia" (video). L'idea è di aprirli in paesi come il Niger, il Mali, il Chad e il Sudan.
Il vice primo ministro libico, Ahmed Maitig, ha infatti rifiutato "categoricamente la presenza di qualsiasi campo per migranti in Libia". Già giovedì prossimo, durante il Consiglio europeo, il governo italiano sosterrà la necessità di proteggere le frontiere esterne a sud della Libia.Missione #Libia, si parte! pic.twitter.com/HTnLccSZ6A
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 25 giugno 2018
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