Nonostante il patto da sei miliardi di euro tra Bruxelles e Ankara per contenere il flusso dei migranti e integrare 3,7 milioni di profughi siriani in territorio turco, gli sbarchi verso le coste della Grecia continuano.
È dell’inizio di febbraio la notizia del naufragio di un’imbarcazione di piccole dimensioni con a bordo 84 migranti siriani a largo di Mersin, nel sud della Turchia. La tragedia è stata evitata grazie all’intervento della guardia costiera turca. Dopo essere stati tratti in salvo, i profughi sono stati identificati e posti in stato di fermo temporaneo. Ma come loro, in molti, soprattutto afghani, pakistani e siriani, non si rassegnano e sfidano i controlli per intraprendere la lunga marcia verso l’Europa Occidentale. La meta è sempre la stessa. A cambiare, invece, è l’itinerario.
Non più la vecchia rotta balcanica, inaccessibile dal 2016, ma un nuovo percorso, che dalla Grecia attraversa Albania, Montenegro, Bosnia, Croazia e Slovenia. Un tracciato inedito che però, assicura il quotidiano croato Jutarnji List (“Il Foglio del Mattino”), sarebbe “sempre più battuto” dai profughi, compresi quelli di nazionalità algerina e marocchina. La notizia diffusa dai quotidiani croati, è stata rilanciata dall’Ansa, che spiega come per evitare di essere bloccati in Serbia o in Macedonia, i migranti sbarcati in Grecia ora attraversino il Paese fino al confine con l’Albania, risalendo la Penisola balcanica con bus e taxi attraverso il Montenegro, e la Bosnia-Erzegovina. Dopo essere approdati a Velika Kladusa, a pochi metri dalla frontiera croata, i rifugiati proseguono percorrendo le regioni centrali della Croazia, fino a Karlovac.
Da qui, non è difficile raggiungere il confine naturale con la Slovenia, marcato dal fiume Kupa. Ed è proprio guadando il corso d’acqua che i rifugiati approdano, infine, nel comune sloveno di Crnomelj. Secondo la stampa croata sarebbero sempre di più, forse grazie al passaparola, i profughi che si avventurano su questo tragitto, lungo il quale anche le “vittime” starebbero aumentando sensibilmente. Al punto che i quotidiani locali non hanno esitato a ribattezzarla come la “nuova rotta balcanica”.
Secondo l’agenzia statunitense Reuters sarebbero circa 4.500 i migranti bloccati nei campi profughi gestiti dal governo in Serbia, dove centinaia di disperati in cerca di una nuova esistenza continuano ad arrivare dalla Turchia, attraverso la vicina Bulgaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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