Una vera e propria muraglia. Nell'arco di pochi mesi la Cina ha coperto di sabbia e cemento oltre 4 chilometri quadrati di barriera corallina vivente presso l'arcipelago conteso delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. "Un'isola di massi" che sta facendo preoccupare Washington.
L'allarme è stato lanciato ieri dal comandante della Flotta Usa del Pacifico, ammiraglio Harry Harris, nel corso di una conferenza a Canberra. Le rivendicazioni territoriali incrociate nel Mar Cinese Meridionale "stanno aumentando le tensioni regionali e il rischio di errori di calcolo", ha spiegato Harris, che ha aggiunto: "Ciò che davvero preoccupa sono le operazioni di bonifica senza precedenti condotte dalla Cina. Pechino sta pompando sabbia sulle barriere coralline e le sta poi pavimentando col cemento", un danno ambientale enorme e un grave rischio in termini strategici.
A creare timori a Washington è soprattutto l'azione della Cina che negli ultimi mesi sta cercando di fare pressioni per riuscire a inglobare le aree contese. Diverse immagini satellitari che mostrano l'attività svolta su un arcipelago ricco di petrolio e occupato militarmente sia dalla Cina, che dal Vietnam, da Taiwan, dalla Malesia e dalle Filippine.
L'allarme su un
possibile inasprimento delle rivendicazioni era stato lanciato il mese scorso dal dipartimento di Stato americano: il portavoce Jen Psaki aveva parlato di una sempre maggiore militarizzazione da parte della Cina.
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