Béatrice Stockly, è questo il nome della missionaria svizzera che la notte del 7 gennaio è stata rapita in Mali. La donna, che viveva a Timbuktu e già nel 2012 era stata vittima di un sequestro che si era concluso dopo un negoziato, è stata prelvata ai primi di gennaio dalla sua abitazione nel nord del Paese africano, poi nulla più si è saputo.
Ieri però, un' agenzia di stampa mauritana ha ricevuto un video messaggio di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, nel quale compare la donna.
Le immagini contenute nel video mostrano Bèatrice Stockly, con indosso un niqab, che legge in francese un testo e, durante la lettura, la cittadina svizzera rivela la sua identità, riconosce di essere una religiosa e di essere nelle mani di Aqmi. Poi è uno dei terroristi a prendere parola e in un inglese fluente spiega: '' Annunciamo la nostra responsabilità nel sequestro di questa miscredente evangelizzatrice che, attraverso il suo lavoro, è riuscita a far uscire dall' islam molti dei figli di musulmani''. A seguire la richiesta dei terroristi: ''in cambio della liberazione della missionaria vogliamo la scarcerazione dei combattenti islamisti detenuti in Mali e del leader Abou Tarab''. Quest'ultimo si trova oggi nei Paesi Bassi ed è sotto processo alla Corte penale internazionale essendo uno dei responsabili della distruzione dei mausolei di Timbuktu avvenuta nel 2012.
Immediata è arrivata la risposta del governo svizzero che attraverso il porta voce del Ministero degli Affari esteri ha fatto sapere di essere a conoscenza del video e poi ha aggiunto: '' si
richiede la liberazione senza condizioni della persone sequestrata''. Nessuna indiscrezione è trapelata invece sul fatto che, oltre al videomessaggio, possa esserci stata, da parte dei rapitori, anche una richiesta di pagamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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