La perfezione ha un limite anche per le modelle o forse nemmeno esiste. E’ come Il Capolavoro Sconosciuto di Honoré de Balzac, il racconto di un pittore che a furia di cercarla tra riflessioni e modifiche finisce per distruggere la migliore delle sue creazioni artistiche
Settembre è il mese più importante per la moda e non sono ancora finite le sfilate di Parigi, ma in questo 2018 moda e spettacolo registrano novità e cambiamenti positivi fra pareri discordanti, paradossi e rigide regole che non cambieranno mai per la scelta delle modelle. Dall’aggregazione ai modelli di riferimento impossibili da raggiungere per la maggior parte delle persone, le nuove direzioni dell’immagine estendono i parametri dell’inclusione e l’attenzione si sposta sull’introduzione della cultura body-positive, della diversità, del virtuale, dell’età considerata old.
Rappresentatività come tema chiave del cambiamento di una società demograficamente complessa che desidera vivere esperienze, condividere valori e ricercare il benessere mentale e fisico. Non solo bellezza, ereditaria, oggettiva, soggettiva o percepita, ma carisma e confidenza verso sé stessi e gli altri.
Nelle agenzie che fanno scouting e presso il quale lavorano le indossatrici ci sono donne sportive e ragazze filiformi, minorenni o sui vent’anni, taglie piccole e forti, con particolarità e nazionalità differenti. Le top-models del momento sono Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford, Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner, l’italiana Vittoria Ceretti e altre belle ragazze che non devono fare troppa fatica perché sono giovanissime. Caratteristiche simili e ricercate in gran numero, hanno un buon lavoro ottenuto grazie un ottimo codice genetico e qualche sacrificio con la dieta e il fitness; sono le più richieste del settore siccome ruotano intorno alla classica dinamica del mannequin, sanno stare dietro l’obiettivo di un fotografo e sono funzionali alla pubblicità.
Ma, accanto a loro, parecchi favoriscono anche altri modelli. In questo 2018 c’è stato un orientamento verso il ritorno delle modelle-muse che hanno raggiunto il successo negli anni Novanta: Claudia Schiffer, la venere nera Naomi Campbell, Eva Herzigova, Helena Christensen, Carla Bruni, Stella Tennant, Cindy Crawford cover di Vogue Spagna settembre e la preferita di Gianni Versace Shalom Harlow che ha chiuso l’ultimo show della primavera-estate 2019. Modelle oggi sui 40/50 anni che non hanno perso la grazia e lo charme di un tempo raccontano il trait d’union tra il passato e il presente.
Le modelle curvy, introdotte già da qualche anno, sono ammesse finalmente nell’universo di Chanel dopo che Karl Lagerfeld si era espresso contrario; le donne plus-size come Tess McMillan, corpo formoso e viso da cherubino ha scattato per British Vogue, Ashley Graham, pioniera del movimento, seguitissima sui social e modella per Dolce e Gabbana, la casa di moda più all’avanguardia in questo senso per Milano Fashion Week, perché per i suoi casting predilige ricchezza e molteplicità di età, taglie, professioni differenti, arruolando anche dive come Monica Bellucci e Isabella Rossellini.
Antirazzismo e questioni sull’identità di genere sono abbastanza stabili in una dinamica di neutralità dopo anni di discriminazioni e le modelle di colore sono richieste quanto le modelle caucasiche. Il sito web TheFashionSpot.com monitora le integrazioni in un report mentre stilisti e creativi inseriscono modelle diverse, virtuali e signore di una certa età, testimonials di obiettivi da raggiungere o portavoce dell’etica, ognuno con punti di forza e di debolezza. Persone o avatar che hanno fascino da vendere e instillano una concezione meno restrittiva del senso della bellezza, più affine a ciò che viviamo e vediamo tutti i giorni, fra tecnologia, problemi reali e innalzamento dell’età media.
New York è la città-guida che può permettersi maggiori rischi insieme a Londra, come riportato da bbc.com e sostenuto da Kate Moss, bellezza irregolare e titolare di un’agenzia di modelle, è diventato necessario avere una percezione della bellezza che include la diversità e fa sfilare anche persone con disabilità e problemi veri, spiegando che non è più possibile farne a meno perché bisogna pensare di più a chi utilizza un abito. Rihanna per la linea di lingerie Savage X Fenty si è distinta come innovatrice a New York per l’impiego di minoranze etniche, modelle incinta o con difetti del peso e cicatrici.
Punti di vista alternativi, imprese titaniche e molto spesso attacchi web, sono le immagini di quest’anno, fra le quali ci sono: la finalista di Miss Italia 2018 Chiara Bordi e la modella attivista Lauren Wasser, partecipanti di concorsi e sfilate con protesi al posto di piedi e gambe, vittime di incidenti ma non della vita ogni giorno ridentificano priorità e lottano per i propri ideali. Winnie Harlow, la modella con la vitiligine che prima di essere definitivamente accolta ha dovuto combattere contro accuse infantili e gravi, come quella di avere successo grazie alla sua malattia. Oggi ha raggiunto l’apice con la partecipazione alle sfilate in giro per il mondo, ad esempio a Milano per Byblos e Philippe Plein e con il recente risultato al casting di Victoria Secret.
Le modelle virtuali e gli idoli delle community gaming permettono invece di giocare con l’apparenza in modo estremo e sono le icone non in carne e ossa della rete e di Instagram. L’influencer virtuale Noonoouri e i modelli creati con i software della maison Louis Vuitton o che lavorano per la campagna di Balmain.
A loro si uniscono le modelle over 60 che calcano le passerelle insieme a ragazze longilinee o formose e celebrità e sono molte volte presenti nelle campagne pubblicitarie, come nell’autunno-inverno 2019 di Helmut Lang la paracadutista 86enne Dylis Price, per annunciare che la moda non ha età.
Le configurazioni di modelli differenti sono generate dalle pressanti richieste delle generazioni di volere essere sé stessi e dalla ricerca di una maggiore naturalezza e realtà rispetto a modelli inarrivabili. Le finalità sono anche di tipo pubblicitario e in relazione al processo d’acquisto che passa spesso per la via dell’identificazione a un modello di riferimento.
Per lavorare come
modelli i minorenni devono avere il permesso dei genitori o di chi ne fa le veci ed essere accompagnati.Persistono nel settore i problemi riguardanti l’attribuzione delle responsabilità per chi soffre di disordini alimentari.
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