Gli hanno sparato alle spalle. Quattro colpi d'arma da fuoco e uno dei leader dell'opposizione russa, Boris Nemtsov, è stato eliminato. L'omicidio è avvenuto a pochi passi dalla piazza Rossa di Mosca. Appena 18 giorni fa, il 10 febbraio, lo stesso Nemtsov aveva manifestato le proprie inquietudini: "Temo che Putin voglia uccidermi", aveva detto al sito russo Sobesednik. E poi, senza arretrare di un millimetro, si era lasciato andare: "Non potrei disprezzarlo di più". Al di là del giudizio sprezzante nei confronti del capo del Cremlino, pare che Nemtsov, stando a quanto riferiscono alcuni suoi collaboratori, stesse per pubblicare un dossier sulla presenza di truppe russe in Ucraina, con particolari che avrebbero potuto contraddire la versione di Putin. Cinquantacinque anni, la sua morte ricorda da vicino quella di altre figure scomode della vita pubblica russa. Ed è l’omicidio più clamoroso dall’agguato che il 7 ottobre 2006, sempre a Mosca, costò la vita alla giornalista Anna Politkovskaia.
Nato il 9 ottobre del 1959 a Sochi, padre di quattro figli, Nemtsov era stato vicepremier sotto l'ex presidente Boris Yeltsin. Dal 2012 era copresidente del partito Rpr-Parnas (Partito repubblicano di Russia- Partito della libertà del popolo). Dal 2013 era legislatore nel parlamento della città russa di Yaroslavl. L’anno scorso, prima dei Giochi olimpici invernali di Sochi, aveva accusato il presidente russo di corruzione.
L'agguato
Iuri Barmin, amico di Nemtsov, su Twitter ha raccontato la scena dell'agguato: una o più persone sono scese da un'auto di colore bianco ed hanno aperto il fuoco esplodendo almeno quattro colpi alle spalle di Nemtsov. L'agguato è avvenuto sul ponte Zamoskvoretskiy, a pochi passi dalla piazza Rossa, davanti alla basilica di San Basilio. L'uomo politico si trovava in compagnia di una giovane donna. Lo scrive la testata online filo-Cremlino LifeNews. La ragazza, Anna Duritskaia (23 anni) sarebbe stata sentita dagli investigatori come testimone del delitto. La portavoce del ministero dell’Interno, Ielena Alekseieva, ha confermato che il politico stava passeggiando con una giovane ucraina lungo il ponte Bolshoi Moskvoretski.
La condanna di Putin
"È un omicidio crudele ed una provocazione". Il presidente russo, Vladimir Putin, ha condannato l'omicidio di Nemtsov e ha detto che potrebbe essersi trattato di un assassinio su commissione. Lo riferisce il suo portavoce, Dmitry Peskov, secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe, aggiungendo che Putin ha ordinato alle agenzie di sicurezza di indagare sul caso. Poco dopo in una nota Peshov ha aggiunto che Nemtsov non rappresentava una minaccia a livello politico per il presidente Putin: "Se prendiamo in considerazione il livello di popolarità di Putin - ha aggiunto - allora in generale Nemtsov era piuttosto un comune cittadino".
Obama chiede inchiesta trasparente
Da Washington il presidente Usa Barack Obama ha condannato il "brutale" e "malvagio" assassinio di Nemtsov, e ha chiesto "un’indagine sollecita, imparziale e trasparente" per portare i responsabili davanti alla giustizia. "Nemtsov era un infaticabile difensore del suo Paese che cercava per i propri concittadini i diritti che spettano a tutti". Obama ha ricordato poi di aver "ammirato il coraggioso impegno di Nemtsov nella lotta alla corruzione in Russia" e di aver apprezzato la sua disponibilità a condividere i suoi punti di vista in occasione dell’incontro che ebbero a Mosca nel 2009.
Il racconto dell'ex presidente della Georgia
Nemtsov stava lavorando ad un rapporto sul coinvolgimento della Russia nel conflitto in Ucraina. Lo ha ribadito anche l’ex presidente della Georgia Mikheil Saakashvili, intervistato dalla Cnn, precisando che Nemtsov voleva fare sapere al "pubblico russo
cosa stava succedendo in Ucraina". Saakashvili ha ricordato di avere pranzato con lui la scorsa settimana e di avergli chiesto se avesse paura per la sua vita. Ma Nemtsov gli aveva risposto di non credere che il presidente russo, avrebbe fatto arrestare un ex funzionario di alto livello come lui. "Non sono sorpreso. Mi sorprende che non fosse stato ucciso finora", ha aggiunto Saakashvili, definendo la Russia uno "stato mafioso".
E quello dell'assistente di Nemstov
Nemtsov aveva ricevuto delle minacce sui social network. Lo ha rivelato Olga Varkhina, assistente di Nemtsov, all’agenzia di stampa Itar Tass, precisando che, a seguito di un episodio del genere, era stata avvertita anche la polizia. "È successo alla fine del 2014, forse alla fine dell’autunno. Adesso non ricordo la data esatta", ha spiegato Varkhina. La donna ha poi escluso che Nemtsov sia stato ucciso per un atto di gelosia: "Era molto diplomatico e pieno di tatto. Per quanto ne so, aveva un rapporto meraviglioso con i suoi figli e l’ex moglie. Metà del suo tempo era presa da questioni della regione di Yaroslavl - ha aggiunto - l’altra metà era dedicata ai problemi di livello nazionale e agli affari internazionali".
Fiori, candele e commozione
Numerose persone hanno portato fiori e candele sul ponte dove è stato ucciso Nemtsov. Fin dall’alba i moscoviti hanno improvvisato una sorta di "memoriale" con foto della vittima, santini e ricordi di ogni genere. Qualcuno ha portato una
copia della Costituzione russa, altri rose e garofani. In molti hanno pianto e condannato il "cinico assassinio". "L’atmosfera negli ultimi anni, in particolare dopo i fatti di Crimea, è diventata mostruosa ed è questo che ha portato all’assassinio di Nemtsov", ha commentato il giornalista indipendente Aleksandr Ryklin, citato da Radio Eco di Mosca. La folla è tale che la polizia ha dovuto chiudere al traffico una delle corsie del ponte.
L'inchiesta: omicidio meticolosamente pianificato
Nel primo comunicato sull’agguato gli investigatori russi hanno spiegato che gli assassini conoscevano le abitudini della vittima e hanno anche fornito qualche dettaglio sul tipo di arma usata. "Non c’è dubbio che l’omicidio sia stato meticolosamente pianificato, esattamente come il luogo prescelto", ha reso noto la potente Commissione d’inchiesta a cui sono state affidate le indagini e che fa capo direttamente a Putin. Secondo gli inquirenti l’uomo è stato colpito alla schiena con un colpo partito da un’auto e sparato con una pistola Makarov, in dotazione all’esercito e alla polizia russa. I sei bossoli rinvenuti sul posto sono stati stati prodotte da aziende diverse, il che rende più difficile rintracciarne l’origine. Gli assassini conoscevano i movimenti dell’uomo politico 55enne: "Boris Nemtsov stava tornando insieme alla sua compagna a casa sua, non lontano dal luogo degli eventi. Ed è ovvio che gli organizzatori e gli esecutori del crimine fossero informati del tragitto previsto", si spiega nel comunicato.
Cancellata la marcia di protesta contro il governo
A seguito dell'omicidio è stata cancellata la marcia che si sarebbe dovuta tenere domani a Mosca, per protestare contro l'ingerenza russa in Ucraina. Alla manifestazione avrebbe dovuto partecipare anche lo stesso Nemtsov.
"Si è presa la decisione di cancellare la marcia anticrisi prevista per il 1° marzo a Maryino (un quartiere alla periferia della capitale russa, ndr) a causa dell'accaduto. Celebreremo invece una marcia funebre nel centro di Mosca", ha annunciato uno degli oppositori più vicinia Nemtsov, Mijail Kasianov.
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