Il magnate australiano Rupert Murdoch è stato in questi giorni accusato dalla comunità islamica del suo Paese di origine di diffondere, tramite i propri canali televisivi, l’“odio verso i musulmani”.
I vertici islamici, all’indomani del recente attentato alle moschee di Christchurch, hanno presentato una petizione al governo di Canberra al fine di informarlo sulla “propaganda islamofoba” montata dai network di proprietà dell’imprenditore. Ad avviso di tali autorità religiose, i media riconducibili a Murdoch riserverebbero, nei loro talk-show, “eccessiva facoltà di parola” a esponenti di movimenti sovranisti. Questi ultimi sfrutterebbero puntualmente tali ospitate per esporre all’opinione pubblica le loro idee anti-immigrazione, additate dalla comunità islamica australiana come equivalenti ai principi cari ai suprematisti bianchi e all’attentatore di Christchurch.
Il canale televisivo accusato di propagandare con maggiore assiduità e virulenza l’islamofobia e la xenofobia è Sky News. I leader musulmani del Paese di origine di Murdoch biasimano infatti l’abitudine di tale canale di riservare ampio spazio agli interventi di commentatori dichiaratamente ostili alla crescita della presenza musulmana in Occidente. In particolare, la comunità religiosa in questione ha puntato il dito contro le frequenti ospitate, nei talk-show di Sky News, di Andrew Bolt, commentatore politico australiano balzato nei mesi scorsi agli onori delle cronache per avere equiparato il costante arrivo di islamici nei Paesi occidentali a uno “tsunami”.
Nella petizione presentata all’esecutivo di Canberra, i leader musulmani segnalano inoltre che i media di Murdoch avrebbero da tempo avviato una vera e propria campagna di “epurazione” ai danni del proprio personale di fede coranica. I dipendenti musulmani delle società riconducibili a tale magnate, accusano i vertici religiosi, sarebbero vittime di “pesanti discriminazioni” da parte dei rispettivi colleghi e superiori: stipendi poco dignitosi, turni di lavoro estremamente faticosi, reiterate offese xenofobe. Il documentato di denuncia stilato dalla minoranza islamica esorta quindi le autorità governative a interdire ogni attività ai network di Murdoch.
Per il momento, il premier australiano Scott Morrison non ha commentato in via ufficiale le accuse e le sollecitazioni avanzate dalla comunità in questione, mentre l’imprenditore incriminato ha affidato la sua replica a un comunicato stampa. News Corp, gruppo editoriale di proprietà del magnate e del quale fa parte Sky News, ha infatti diffuso una nota che bolla come “intimidatoria” l’iniziativa promossa dai musulmani australiani.
Tale documento prosegue ribadendo la determinazione dei media riconducibili a Murdoch nel riservare “uguale dignità” a tutte le opinioni individuali e nel rigettare ogni genere di “censura preventiva” nei riguardi di determinati movimenti politici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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