Il durissimo avvertimento della Nato: "Quando scatta l'articolo 5..."

Il segretario della Nato Jens Soltenberg ha dichiarato che un attacco cibernetico contro le infrastrutture di un Paese alleato può far scattare una risposta militare collettiva dei membri

Il durissimo avvertimento della Nato: "Quando scatta l'articolo 5..."

L'articolo 5 del trattato dell'Alleanza Atlantica, invocato una sola volta dagli Stati Uniti all'indomani dell'11 settembre, implica l'assistenza militare dell'intera Nato nel caso in cui un membro dovesse subire un attacco. Il tema della difesa collettiva è stato sbandierato nelle ultime ore da Jens Stoltenberg, il segretario generale dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord.

Il rischio di un cyber attacco russo

Nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, Stoltenberg ha dichiarato che un attacco cibernetico contro le infrastrutture di un Paese alleato può far scattare l'articolo 5 della Nato. Il segretario, dopo aver sottolineato che la Nato "protegge ogni alleato e ogni centimetro del suo territorio", non ha voluto precisare "a che punto esatto (dell'attacco, ndr) questo avverrebbe". Certo è che le sue parole sono un chiaro avvertimento alla Russia, che nei giorni scorsi si è scatenata contro i sistemi ucraini.

Il malware che ha creato diversi problemi a Kiev si chiama Hermetic Wiper o KillDisk.NCV. Ma è ben poca roba rispetto a quello che, secondo alcuni analisti, potrebbero fare gli hacker di Mosca. "Dopo la tempesta di DdoS (anagramma di Distribuited denial of service) dei giorni scorsi, proseguita per parecchie ore, è stato lanciato questo malware. Ma temo sia solo una parte del vero attacco", ha spiegato Alessandro Curioni, tra i massimi esperti di cyber security in Italia. La Russia potrebbe quindi alzare il tiro e colpire le infrastrutture dell'Ucraina ancora più duramente di quanto fatto fino ad ora. Ecco perché Stoltenberg ha richiamato il citato articolo 5, affiancato dall'articolo 4.

L'articolo 4 e 5

Stoltenberg ha, di fatto, annunciato l'attivazione dei piani di difesa dell'Alleanza Atlantica citando gli articoli numero 4 e 5 del suddetto trattato dell'Alleanza Atlantica. Ma che cosa includono? Il primo afferma che i membri della Nato – tutti – sono chiamati a consultarsi qualora uno di loro denunci una minaccia nei confronti della propria integrità territoriale, indipendenza politica o, più in generale, sicurezza. Il secondo, ed è quello sul quale vale la pena soffermare la nostra attenzione, prevede una risposta militare collettiva e congiunta di tutti i membri Nato se uno di loro viene attaccato.

Unendo i punti, tra avvertimenti e messaggi indiretti, è facile intuire come la Nato abbia voluto sferrare uno schiaffo al Cremlino. Non solo invitando Svezia e Finlandia alle ultime consultazioni mentre la Russia chiedeva che non entrassero a far parte dell'Alleanza. Ma anche paventando l'ipotesi di un attacco collettivo a fronte di determinate situazioni. Il summit di Pratica di Mare del 2002, quello che sancì il disgelo tra Nato e Russia, appare ormai come un ricordo lontanissimo e sbiadito.

"La decisione presa da Putin di attaccare l'Ucraina è un terribile errore strategico che costerà caro alla Russia nei prossimi anni sia in termini economici che politici", ha ribadito Stoltenberg, senza usare mezzi termini. "Il Cremlino sta cercando di far sì che la Nato e l'Ue forniscano meno sostegno ai nostri partner.

Quindi la nostra risposta collettiva deve essere più supporto: in Paesi come Georgia, Moldova e Bosnia ed Erzegovina, per aiutarli ad avere successo con le loro riforme democratiche, e seguire la strada che hanno liberamente scelto", ha aggiunto. Il problema è che non sappiamo quanto lo schiaffo sferrato dalla Nato abbia spaventato la Russia. È probabile che abbia invece contribuito a farla ulteriormente irritare.

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