Troppo orrore, persino per la Umma che, adesso, prende le distanze dal sangue sparso sul selciato del London Bridge e di Borough Market. E non solo.
“Alla luce dei principi etici essenziali all’Islam, per gli attentatori non ci sarà la tradizionale preghiera funebre”. Così oltre 141 imam e leader religiosi provenienti da tutto il Regno Unito hanno rifiutato pubblicamente di celebrare le esequie di Khuram Shazad Butt, Rashid Redouane e Youssef Zaghba.
Una decisione senza precedenti. Spiegata in un comunicato stampa apparso sul profilo Facebook del Muslim Council of Britain. In calce al documento che sconfessa l’operato della cellula entrata in azione sabato notte, si possono leggere i nomi dei sottoscrittori, tra cui: lo studioso sunnita Timothy Winter dell’Università di Cambridge, la direttrice dell’Istituto Beacon Sheikha Selina Begum Ali e l’imam Qari Asim della grande moschea di Leeds. Molti dei quali già messi all’indice e marchiati come “apostati” dalla rivista filo-jihadista Dabiq per aver espresso, in passato, opinioni critiche nei confronti del sedicente Stato islamico.
Ma, nonostante la black list del Califfo, comunque tutti uniti nel denunciare con veemenza “l’orrore” di quella “violenza spietata” che, aggiungono i firmatari, “è stata commessa durante la stagione del Ramadan, in cui i musulmani in tutto il mondo si concentrano sulla devozione devozionale, sulla preghiera, sulla carità e sulla coltivazione di un buon carattere”. Questo, secondo l’establishment islamico, basta a dimostrare quanto siano “lontani i terroristi dalla nostra fede”.
Ed allora, per loro, nessuna celebrazione. Nessun cordoglio.
La Salat al-Janazah, preghiera rituale islamica, non risuonerà per i tre killer morti nel nome di Allah. La nota prosegue, poi, con un appello alle autorità religiose che non hanno ancora aderito all’iniziativa esortandole ad unirsi al rifiuto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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