I leader dei Ventisette che oggi hanno celebrerato i sessant'anni dei Trattati di Roma hanno firmato una dichiarazione congiunta. Un trionfo di retorica, frutto di divisioni e diktat di Paesi (Polonia e Grecia, in primis) che hanno preteso modifiche al testo prima di garantire il proprio placet. Sull'Europa a più velocità, annunciata a Versailles da Francia, Germania, Italia e Spagna, alla fine i 27 leader europei si sono visti obbligati a fare un riferimento soft a "ritmi e intensità diversi". Niente di più.
Nella dichiarazione finale, il testo firmato oggi dai 27 leader europei per rilanciare il progetto europeo in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, la Grecia ha ottenuto che nel testo sia inserita una citazione della difesa dei diritti sociali europei che non appariva nel testo del 16 marzo. Su richiesta di Atene appare un virgolettato (del tutto privo di effetti pratici) che sottolinea come l'Unione europea non sia solo "una grande potenza economica" ma una con un "livello senza pari di protezione sociale e welfare". Nella dichiarazione è stata aggiunta la parola "insieme" al paragrafo sulle "sfide senza precedenti" che l'Unione europea deve affrontare, "in un mondo che cambia rapidamente".
Sull'Europa a più velocità, il nodo più controverso delle ultime settimane, su cui in particolare la Polonia si oppone temendo che Francia e Germania, forti del loro peso, avrebbero piegato al proprio volere gli altri Paesi. E così la versione definitiva è: "Agiremo congiuntamente, a ritmi e con intensità diversi se necessario, ma sempre procedendo nella stessa direzione, come abbiamo fatto in passato, in linea con i trattati e lasciando la porta aperta a coloro che desiderano associarsi successivamente. La nostra Unione è indivisa e indivisibile". Parlando con i giornalisti Angela Merkel ha, poi, spiegato che i leader europei hanno concordato sul fatto che "occorre garantire più lavoro, soprattutto tra i giovani". "Dobbiamo fare questo insieme, forse a diverse velocità, ma sempre insieme e nella stesa direzione", ha detto la cancelliera tedesca. "Ci sono cose che non bisogna scordare mai come i nostri valori, la libertà di espressione, la libertà di religione.
A volte abbiamo fatto promesse che non siamo stati in grado di mantenere", ha dichiarato infine citando come esempi la libertà di movimento. "Dobbiamo dimostrare che non mettiamo delle regole tanto per metterle, ma per proteggere la libertà in Europa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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