Anna Duritskaya ha lasciato la Russia alla volta dell'Ucraina. La giovane modella, che si trovata in compagnia del fidanzato Boris Nemtsov, adesso si trova a Kiev, lontana dagli investigatori che stanno cercando di far luce sull'oppositore ucciso venerdì scorso vicino al Cremlino. Più si va avanti, più si fa plausibile la pista della provocazione contro Vladimir Putin attuata da esponenti della stessa opposizione di cui faceva parte Nemtsov.
"È una provocazione, chiaramente non nell'interesse di Putin - ha affermato alla Ria Novosti Itina Khakamada, co-fondatrice, insieme a Nemtsov, dell'Unione delle Forze di Destra - ha lo scopo di invelenire la situazione". Anche l'opposizione usa gli stessi termine: "Provocazione". Ma cosa c'è dietro? E soprattutto: chi? Dagli Stati Uniti i detrattori di Putin vorrebbero far passare la linea che, anzhe se non è stato il presidente russo a premere il grilletto, è comunque colpa sua se l'oppositore è stato freddato. Eppure molto di questa tesi non torna. Anzi, crolla rovinosamente. Questa mattina, migliaia di persone reso omaggio a Nemtsov nella camera ardente allestita nel centro Sakharov portando fiori e ceri. Per molti è già un simbolo. Non a caso verrà sepolto nello stesso cimitero di Anna Politkovskaja. Il presidente ucraino Petro Poroshenko lo ha decoratocon l’Ordine della Libertà, la massima onorificenza ucraina per uno straniero. "È un’indicazione del clima in Russa - ha tuonato il presidente ddegli Stati Uniti Barack Obama - dove la società civile, i giornalisti indipendenti, la gente che cerca di comunicare su internet vengono sempre più minacciati".
Aldilà della propaganda per screditare Putin, i buchi neri dell'inchiesta fanno propendere per tutt'altra pista. "Non so da dove sia sbucato l’assassino. Non ho visto perchè tutto è successo alle mie spalle - ha detto ieri Duritskaya - quando mi sono girata ho visto solo un’auto bianca, ma non la marca, nè la targa e neanche ho visto l’assassino entrare nella vettura". Il ruolo della modella 23enne è tutt'altro che chiaro. Le ipotesi sono molteplici: spaziano dall'escuzione organizzata dai gruppi nazionalisti ucraini per gettare fango sul Cremlino all'ex amante geloso e desideroso di vendicarsi di Nemtsov. Ieri sera, però, la Duritskaya è stata rilasciata ed è subito partita per Kiev per visitare "la madre malata". Gli interrogativi stanno cercando di capire per quale motivo il killer la abbia risparmiato pur sapendo che potrebbe essere una teste chiave.
Gli investigatori hanno rinvenuto almeno sei bossoli calibro 9 (quattro i proiettili che hanno colpito Nemtsov) di diversa produzione sparati da una pistola semiautomatica Makarov, a lungo in dotazione alle forze armate russe. Un’arma molto comune nel Paese che ha firmato vari delitti politici. IUnizialmente la polizia cercava una Ford Focus o Ford Mondeo bianca, poi alcuni media hanno indicato una Lada Vaz-21102 color argento, con targa caucasica (prima dell’Inguscezia, quindi dell’Ossezia del nord). L'arma e la targa farebbero propendere per una possibile pista caucasica rievocando così il delitto Politkovskaia.
Ma, secondo gli esperti, i segni andrebbero decifrati meglio: la sfida del luogo (in faccia al Cremlino), la scelta di tempo (alla vigilia di una marcia contro Putin) e il dubbio ruolo della fidanzata farebbero piuttosto pensare a una montatura per screditare il Cremlino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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