"La tensione divampa in Germania a causa della volontà di aprire le frontiere ad un milione di immigrati". Non usa parole tenere il New York Times per descrivere le violenze che sono esplose le notti di capodanno a Colonia. Il quotidiano statunitense descrive gli attacchi ricevuti da oltre 90 donne da parte di persone "dall'aspetto nordafricano o mediorientale", sostenendo che si tratti delle dirette conseguenze dell'apertura delle frontiere promossa da Angela Merkel. La Germania starebbe oggi pagando i "costi sociali e economici" per quanto stabilito dalla sua classe politiche in materia migratoria.
Le violenze della notte di San Silvestro aprirebbero una nuova sfida politica per la Cancelliera: quella di dimostrare che la propria volontà di aprire le fronteire la scorsa estate fosse legittima e vantaggiosa. Dato che il numero di immigrati presenti in terra tedesca è aumentato vertiginosamente è diventata di prim'ordine la necessità di assimilarli il più rapidamente possibile nel tessuto sociale tedesco. Ma le difficoltà non mancano. I fatti di Colonia, infatti, mostrerebbero tutti i limiti delle strategie della Cancelleira, che deve ora difendersi dagli attacchi delle sempre più forti opposizioni di destra.
Ad essere interpellato dal New York Times è Horst Seehofer - numero uno della CSU, il partito conservatore bavarese principale alleato del partito di maggioranza - che ha chiesto di espellere almeno 200mila rifugiati entrati recentemente nel Paese.
Ad essere messo sotto accusa non è però solo la Merkel ma anche il sistema mediatico tedesco, considerato come troppo organico alla volontà del governo. I media tanto quanto i politici sarebbero colpevoli di non avere denunciato immediatamente le violenze, ma di avere invece taciuto per qualche giorno fino a quando i fatti non sono stati resi noti dalle vittime.
L'unica voce fuori dal coro sarebbe stata quella di Alexander Margiuer, direttore della rivista politica Cicero: "Il governo non ha perso dil controllo delle frontiere" ha scritto "ma anche di ciò che avviene all'interno della Germania. Chiunque perda il controllo di chi entra nel proprio Paese perde anche il controllo delle azioni di chi fa entrare".@lucasteinmann1
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