Il dispositivo di sicurezza per la festa del 14 luglio a Nizza, il giorno della strage sul lungomare, era "adeguato all’evento e non sottodimensionato", ossia il numero di poliziotti impiegati era giusto. È la conclusione del rapporto dell’ispettorato generale della polizia francese, ordinato dal ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve dopo le polemiche sulle presunte falle della sicurezza. Polemica che la direttrice dell’organismo, Marie-France Moneger-Guyomarc’h, ha definito "il risultato di un semplice malinteso e dell’interpretazione dell’informazione". Eppure non tutti la pensano così. La polizia municipale responsabile della videosorveglianza di Nizza denuncia pressioni da parte del governo di Parigi perché 'ritoccasse' le informazioni sulla presenza della polizia nazionale nella risposta all'attentato del 14 luglio, e il ministero dell'Interno ha risposto promettendo una querela per diffamazione. La questione della presenza della polizia nazionale sulla Promenade des Anglais, dove un tunisino a bordo di un camion ha ucciso 84 persone, è all'origine di polemiche tra il governo socialista e l'opposizione di destra, che accusa le autorità di aver nascosto dati che proverebbero l'inadeguatezza delle misure di sicurezza. Sandra Bertin, capo della sorveglianza di Nizza, aveva accusato il ministero dell'Interno di averle fatto pressioni perché indicasse in un rapporto sull'attentato del 14 luglio la presenza della polizia nazionale, nonostante non l'avesse rilevata nei video di sorveglianza.
Bertin lo ha dichiarato in una intervista esclusiva al Journal du dimanche: "Ho subito insistenze per un'ora, mi è stato ordinato di indicare le posizioni specifiche della polizia nazionale, che io negli schermi non ho visto". Le è stato richiesto il giorno dopo la strage, ha spiegato, "un rapporto in cui segnalare i punti di presenza della polizia municipale, le barriere, e di precisare bene che si vedeva anche la polizia nazionale in due punti".
"Ho risposto che non avrei scritto ciò che non avevo visto. E' possibile che la polizia nazionale fosse là, ma non compariva nei video. Allora questa persona mi ha chiesto di mandare per email una versione modificabile del rapporto, per 'non dover riscrivere tutto'", ha raccontato ancora Bertin. In conclusione, spiega di aver "alla fine inviato via email una versione Pdf non modificabile e un'altra modificabile".
Alla fine ho inviato una e-mail in versione Pdf non modificabile e una modificabile. Poi, qualche giorno dopo, la sotto direzione dell'anti-terrorismo mi ha chiesto di cancellare i nastri di sei telecamere che avevo citato nella mia relazione, quelle che hanno filmato l'attentato".
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