"Se lo farete, colpiremo obiettivi nuovi": l'ultima minaccia di Putin

La fine della guerra sembra sempre più lontana. Lo zar ipotizza di colpire nuove strutture risparmiate dal conflitto

"Se lo farete, colpiremo obiettivi nuovi": l'ultima minaccia di Putin

Putin minaccia nuovamente l'Occidente ma, soprattutto, indica una strada in salita per la fine del conflitto in Ucraina prendendosela con chi rifornisce di armi Kiev che, a suo dire, "ha un solo obiettivo: prolungare il più possibile il conflitto armato". Lo ha affermato durante un'intervista al canale tv Rossiya-1. "Se l'Occidente fornirà missili a lungo raggio a Kiev - ha aggiunto - la Russia ne prenderà atto e colpirà strutture finora risparmiate dalla guerra".

"Faremo le nostre conclusioni"

Lo Zar è intervenuto con toni duri anche nei confronti di Washington, che sta forneno a Zelensky nuovi missili ma ha sempre specificato di inviare quelli a breve gittata (80 km), per evitare che gli ucraini possano colpire Mosca. "La Russia trarrà le dovute conclusioni nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero consegnare missili a lungo raggio all'Ucraina", ha aggiunto il Capo di Stato russo, osservando che la fornitura di questi missili è logicamente collegata alle ingentite perdite dell'equipaggiamento militare ucraino. Allo stesso tempo, come dicevamo prima, Putin sa bene che la nuova fornitura di missili ha una gittata limitata. "Se sono e saranno forniti, ne trarremo le dovute conclusioni e useremo le nostre armi, che abbiamo in misura sufficiente per colpire quegli obiettivi che non abbiamo ancora colpito".

Da qui, l'incoerenza dello Zar è palese: in pratica non accetta neanche i missili a corto raggio anche se in un primo momento aveva parlato di conseguenze soltanto in caso di razzi a lunga gittata. Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno annunciato l'accordo sulla fornitura di sistemi missilistici Himars, con munizioni che arrivano ad un massimo di 80 chilometri, comunque il doppio degli Howitzer che gli Usa hanno fornito finora. Il patto di Biden con Zelensky è stato chiaro: non dovranno utilizzati per colpire il territorio della Federazione Russa. Zelensky ha confermato che Kiev rispetterà questo requisito.

"Strada in salita"

Sulla crisi in Ucraina è appena intervenuto anche il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, che auspica una ripresa dei negoziati che vanno ravvivati. "C'è stato questo tentativo della Turchia di far parlare Zelensky e Putin - ha aggiunto - dobbiamo riuscirci ma voglio essere sincero: in questo momento vedo una strada in salita". Nonostante, adesso, non si vedono le condizioni per far sedere allo stesso tavolo Zelensky e Putin, "questo però non ci deve assolutamente scoraggiare a percorrere questa strada e a fare in modo che si riesca a fermare il conflitto", ha aggiunto Di Maio, sottolineando la necessità di "far uscire il grano dai porti ucraini. Ci sono 30 milioni di tonnellate di grano ferme nei porti ucraini, bloccati dalle navi da guerra russe".

Se si riuscirà, per tempo, a far partire quel grano dal Mar Nero "avremo nuove guerre in Africa, nuovi colpi di Stato, nuovi fenomeni terroristici, e soprattutto grandi fenomeni migratori dall'Africa verso l'Europa, e questo non ce lo possiamo permettere".

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