Dopo l’incursione di venerdì scorso, stanotte centinaia di migranti hanno nuovamente assaltato la barriera di filo spinato che protegge l’enclave spagnola in territorio marocchino di Ceuta. Circa 350 profughi, secondo quanto ha comunicato su Twitter la Croce Rossa locale, sono riusciti ad oltrepassare la barriera alta sei metri e ad entrare, così, in territorio europeo. In meno di 72 ore, quindi, circa mille migranti provenienti dall’Africa subsahariana sono riusciti a penetrare nella “fortezza Europa” attraversando il muro di filo spinato che si estende per 8 chilometri lungo il confine con il territorio marocchino.
Secondo quanto riferisce la Croce Rossa, 11 migranti sono stati ricoverati in ospedale per le ferite riportate dopo essersi lanciati in territorio spagnolo dall'altezza di sei metri della barriera. Otto di loro, scrive la Croce Rossa, sono arrivati in ospedale con delle ferite, mentre altri tre sono stati ricoverati per le fratture. Il sito di informazione locale, El Faro de Ceuta, ha diffuso le immagini di centinaia di migranti in festa per le strade dell’enclave spagnola in territorio marocchino. I profughi hanno percorso le strade di Ceuta gridando “grazie a Dio” e “Allahu Akbar”, ringraziando il governo marocchino per l’ospitalità concessa e mostrando le bandiere spagnole. Ora le centinaia di migranti sono stati trasportati per i controlli nel centro di accoglienza temporanea di Ceuta. Venerdì scorso, circa mille migranti avevano scalato in massa le recinzioni e in più di 500 erano riusciti a scavalcarle, entrando in territorio spagnolo.
Alla base della ripresa degli assalti in massa alla frontiera di Ceuta potrebbe esserci, come ipotizza il quotidiano francese Le Figaro, la crisi diplomatica in corso tra Bruxelles e Rabat. L’oggetto del contendere è l’accordo di libero scambio sui prodotti agricoli e la pesca, sospeso nel 2015 a causa del ricorso del Fronte Polisario, che contestava il fatto che il territorio conteso del Sahara Occidentale fosse incluso nell’accordo. I negoziati sono tutt’ora in una fase di stallo, minacciando migliaia di posti di lavoro in un settore cruciale per Rabat.
Per questo all’inizio del mese di febbraio il ministero dell’Agricoltura marocchino, secondo quanto riporta l’Ansa, aveva diffuso un comunicato con il quale avvertiva Bruxelles di procedere alla rimozione degli ostacoli alla ripresa dei negoziati, oppure l’Europa avrebbe dovuto fare i conti con il “rischio effettivo di una ripresa dei flussi migratori” dal Marocco. Lasciando intendere che il governo di Rabat non avrebbe fatto più nulla per contenerli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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