Il New York Times svela un retroscena sul recente incontro a Mosca tra Assad a Putin, il cui senso potrebbe essere riassunto da una frase pronunciata nel 2012 dal presidente russo: "Non siamo così preoccupati del destino di Assad". Secondo il quotidiano americano, tra i due leader non c'è mai stata chimica, tanto che si sono incontrati solo un’altra volta, nel 2005. Distanza e diffidenza contraddistinguerebbero le relazioni tra Putin e Assad, con il primo irritato dalla resistenza del secondo su temi come l’avvio di colloqui di pace a Mosca e la scarcerazione di esponenti dell’opposizione che potrebbero partecipare ai colloqui.
Per Putin, "Assad non è una vacca sacra", ha spiegato Dmitri Trenin, direttore del Carnegie Center di Mosca. L’unico interesse del presidente russo, a suo giudizio, è "salvare lo Stato siriano, evitare che si smembri come è successo in Libia o in Yemen". Per quanto riguarda Assad, inoltre, Putin si è spesso mostrato pronto ad accettare una sua uscita di scena, nonostante il recente appoggio militare diretto al suo regime.
"Tra i due non c’è chimica", ha detto un diplomatico occidentale nella regione. E la pensa allo stesso modo Trenin, secondo il quale i loro rapporti si basano su interessi che coincidono e non sulla condivisione di ideologia e valori. Il vero interesse dei russi, secondo il New York Times, è mantenere in piedi gli accordi in materia di forniture militari, salvaguardare la loro base di Tartus, che garantisce la loro presenza nel Mediterraneo, affermarsi come attore imprescindibile nel Medio Oriente e non solo.
I due leader concordano su alcune questioni, come la necessità di ottenere successi militari contro jihadisti e ribelli prima di avviare un dialogo politico. Ma resta da vedere quanto Assad sia pronto ad accettare le condizioni di Putin, che non escludono una sua uscita di scena, sebbene non immediata.
"L’influenza di Putin su Assad - ha detto un diplomatico in Siria - è pari a quella di Obama su Netanyahu". Anche Ahmad Ramadan, esponente della Coalizione siriana all’opposizione, in un’intervista al quotidiano londinese Al-Quds al-Arabi, ha sottolineato che Assad "non è stato accolto a Mosca come un presidente" e questo prova che, nonostante l’intervento russo, il leader siriano resta "isolato".
Ramadan ha osservato come nella sala dell’incontro fosse anche
assente la bandiera della Siria. Questo fa pensare che Assad sia stato "convocato a Mosca - ha detto - e non invitato come qualunque altro leader". Insieme a lui, inoltre, "non vi era nessuno degli esponenti del suo regime".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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