Terzo mandato per Obama? Non certo negli States dove – come stabilisce la costituzione – nessuno può ricoprire la carica di presidente per più di due volte, ma in Francia.
Ed infatti, nei giorni scorsi, un gruppo di attivisti d’oltralpe ha inaugurato una “singolare” raccolta firme per convincere Obama, alle prese con il “buen retiro” in quel di Kolorama, quartiere vip di Washington, a candidarsi alla presidenza francese. Così, nei giorni scorsi, per dare diffusione all’appello, a cui è possibile aderire sottoscrivendo la petizione on line, sono apparsi numerosi manifesti nelle principali città francesi.
L’obiettivo, si legge sul sito dedicato all’iniziativa, è “semplice” e consiste nel “raccogliere, entro il 15 marzo, un milione di firme per convincere Barack Obama a correre per le elezioni presidenziali di maggio 2017”. Ma Barack accetterebbe? Di certo la prospettiva di una nuova candidatura potrebbe “solleticare” l’ego dell’ex presidente Usa che, nel corso di un’intervista con la Cnn, dopo la disfatta di Hillary, aveva dichiarato: “se avessi potuto correre e avessi spiegato la mia visione, ritengo che avrei potuto mobilitare la maggioranza degli americani”. Una convinzione, quella di Obama, smentita proprio dalla sconfitta della candidata democratica su cui – non è certo un mistero – ha pesato anche la delusione diffusa verso la precedente amministrazione.
Questo dato, però, sembra esser sfuggito agli attivisti francesi che, come svelano loro stessi, hanno provocatoriamente scelto la figura di Obama per “intralciare” (in modo chiaramente simbolico) la volata di Marine Le Pen. E, non a caso, l’idea è nata proprio nei giorni i cui la leader del Front National è al suo massimo storico, potendo contare, a due mesi dalle elezioni, su un inedito consenso elettorale.
Così, nel testo della petizione, viene chiarito: “in un momento in cui la Francia si appresta a votare in massa per l’estrema destra, possiamo ancora dare una lezione di democrazia al mondo per l’elezione di un presidente francese all’estero”. “Vogliamo solo far pensare gli elettori, condividere le nostre politiche e far sognare tutti”, si legge ancora nel documento.
Insomma, se oltreoceano gli americani hanno suonato il requiem dell’obamismo, questo è pronto a risorgere – se non altro in chiave d’ispirazione – nel cuore del Vecchio Continente, sempre più reazionario rispetto ai tanti avatar del “trumpismo” che premono, ineluttabilmente, sulla nuova scena politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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