Un ventottenne indiano è stato arrestato in questi giorni con l’accusa di avere ucciso la sorella nell’ambito di un “sacrificio umano”.
La sconvolgente vicenda, riferisce The Independent, ha avuto luogo nello Stato di Orissa, nell’est del Paese, e il presunto criminale si chiama Subhoban Rana.
Quest’ultimo, lo scorso 24 dicembre, si sarebbe allontanato da casa sua in compagnia della sorella dodicenne Janani e l’avrebbe in seguito immolata a Durga, dea induista della guerra. Il tributo di sangue offerto alla divinità serviva, afferma il quotidiano on-line, a “placarne l’ira”.
Rana era uscito di prigione su cauzione proprio pochi giorni prima di uccidere la sorella. Egli, nell’ottobre del 2018, era stato arrestato in base ad accuse analoghe.
Il ventottenne, ricorda il quotidiano britannico, era appunto finito allora in carcere perché indiziato di avere compiuto un sacrificio umano assassinando un bambino di nove anni. Insieme a lui era finito in manette due anni fa anche lo zio della piccola vittima, incriminato per avere preso parte al rituale di sangue.
Visti i precedenti penali del ventottenne, gli abitanti del suo villaggio hanno subito nutrito sospetti su quest’ultimo appena i genitori di Janani hanno allarmato i vicini di casa in seguito alla recente scomparsa della dodicenne.
Le indagini sulla morte dell’adolescente condotte dal locale commissariato di polizia si sono alla fine concentrate proprio su Rana, che ha quindi confessato il suo gesto.
Dopo avere condotto in cella il presunto assassino, gli agenti si sono messi a cercare il luogo esatto in cui Janani era stata immolata e, fa sapere la stessa testata citando le forze dell’ordine indiane, hanno poi rinvenuto nel cuore della foresta il “corpo decapitato” della giovane.
La polizia distrettuale, riporta The Independent, sta attualmente effettuando ulteriori accertamenti per ricostruire alla perfezione il folle gesto compiuto dal ventottenne ai danni della sua sorella minore.
I familiari dell’adolescente hanno nel frattempo invocato una punizione drastica a carico del loro figlio Subhoban, reo confesso.
A detta del giornale britannico, episodi analoghi a quello accaduto in questi giorni nello Stato di Orissa, pur verificandosi raramente,
hanno caratterizzato la cronaca nera indiana degli ultimi anni. Ad esempio, nel 2015, un bambino di quattro anni, nello Stato dell’Andhra Pradesh, è stato decapitato in quanto vittima sacrificale offerta alla dea indù Kali.
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