È stata uccisa per essere fuggita da un matrimonio combinato. Samia Shadid, 28 anni, aveva dovuto sposare suo cugino Shakeel e così nel 2014 ha deciso di sfidare il padre che gli aveva imposto quelle nozze e ha cercato di rifarsi una vita lontana dal Pakistan. Si trasferì a Bradford, nel Regno Unito e due anni fa sposò l'amore della sua vita, Mukhtar Kazam.
Entrambi con cittadinanza britannica-pachistana, vivevano da qualche tempo a Dubai e lo scorso mese Samia aveva deciso di andare a trovare i genitori a Islamabad per appianare le tensioni ma senza alcun successo. La ragazza è stata uccisa dal padre, Muhammad Shahid, e dall'ex marito Muhammad Shakeel, indignati perché la ragazza aveva sposato un altro uomo ed era diventata sciita. Adesso i due sono stati arrestati e rimarranno in custodia fino alla decisione del giudice. “Muhammad Shakeel e Muhammad Shahid sono stati arrestati – ha detto Aqeel Abbas della polizia – Rimarranno in custodia a Jhelum, a 78 miglia a est della capitale Islamabad”.
Entrambi gli uomini, tuttavia, hanno negato le accuse e continuano a sostenere che la ragazza è morta per cause naturali ma l’autopsia ha stabilito che è morta per strangolamento. La storia di Samia non è un caso isolato in Pakistan, dove ogni anno circa 500 donne vengono uccise dalle loro famiglie per non voler accettare i matrimoni combinati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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