L'imam di Al-Azhar, l'uomo con cui papa Francesco ha firmato una dichiarazione sulla Fratellanza universale che ha fatto discutere parecchio per via dei suoi contenuti, è certo che la "decapitazione" del professore francese di qualche giorno fa - il docente cui è stata tagliata la testa in seguito al fatto di aver mostrato nella propria classe le fotografie delle ormai notissime vignette di Charlie Hebdo su Maometto - sia da stigmatizzare senza se e senza ma.
Un "però", a guardar bene, c'è. Se non altro perché Ahmed al-Tayeb - questo il nome dell'autorità spirituale e culturale islamica - pensa che anche quelle stesse vignette debbano essere condannate. Il giudizio negativo dell'imam è dunque duplice. E le dichiarazioni rilasciate poco fa da al-Tayeb potrebbero presto essere sottoposte a critiche, in specie nel contesto occidentale.
Mentre le cronache internazionali ventilano infatti l'ipotesi di una vera e propria fatwa organizzata ai danni del povero docente, l'imam di Al-Azhar - lo stesso uomo che avrebbe "ispirato" Jorge Mario Bergoglio per alcuni tratti della sua ultima enciclica, ossia "Fratelli Tutti" - ha dichiarato quanto segue all'interno di un appello diramato assieme ad altri esponenti che rappresentano ulteriori confessioni religiose: "Come Grande Imam di Al-Azhar - ha detto al-Tayeb, così come ripercorso dall'Agi - , dichiaro davanti a Dio Onnipotente, insieme agli insegnamenti della religione dell'Islam e agli insegnamenti del profeta della misericordia, il profeta Maometto, che la pace sia su di lui, mi dissocio da un tale atto criminale odioso e di qualsiasi persona che abbracci un pensiero così deviante e falso". I toni, insomma, sono quelli attesi, in specie da quando sembra che il dialogo interreligioso con la Chiesa cattolica e con le confessioni cristiane in genere faccia passi in avanti quasi quotidiani.
Poi, però, l'imam ha aggiunto anche una considerazione che non appare secondaria nel ragionamento esposto: "Allo stesso tempo, ripeto che insultare le religioni e minare i sacri simboli religiosi in nome della libertà di espressione sono forme di terrorismo intellettuale e un flagrante richiamo all'odio". Anche se non viene specificato in maniera certosina, è possibile affermare che al-Tayeb si sia riferito alle vignette che sono in qualche modo costate la vita al professore di Parigi. Certo, l'imam di al-Azhar non è il primo a scagliarsi contro quelle raffigurazioni nel mondo islamico, ma potrebbe fare specie almeno il momento in cui questa posizione è stata presa.
Al-Tayeb è uno dei principali protagonisti del rilancio del concetto di "Fratellenza" nel mondo contemporaneo. L'altro grande attore di questo processo corrisponde al nome di papa Francesco. Il duo, nel corso di questo primo settennato di Bergoglio sul soglio di Pietro, ha fatto del dialogo un mantra. Pare che Vaticano ed emisfero istituzionale musulmano siano vicini all'approvazione di una Giornata Onu che dovrebbe essere dedicata proprio al tema della "Fratellanza umana". In relazione alla vicenda del professore decapitato, però, l'imam di Al-Azhar ci ha tenuto particolarmente a non nascondere lo stigma relativo agli insulti che la religione che professa avrebbe subito.
"Atto criminale" e "terrorismo intellettuale", per al-Tayeb, sono da condannare
in combinato. Una presa di posizione che- come premesso - potrebbe suscitare più di qualche reazione, magari anche tra gli ambienti del cosiddetto "fronte conservatore" che opera nel cattolicesimo laico ed ecclesiastico.
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