Parigi, troppe donne tra gli alti dirigenti. Scatta la multa da 90mila euro per la sindaca

Sono 11 contro 5 manager maschi. Violanta la legge anti-discriminazione

Parigi, troppe donne tra gli alti dirigenti. Scatta la multa da 90mila euro per la sindaca

Il Comune di Parigi multato per discriminazione di genere. Donne escluse? No, il contrario. Troppe signore tra i dirigenti. Per questo la capitale francese, guidata dalla sindaca socialista Anne Hidalgo, dovrà sborsare 90mila euro. Perché tra gli alti dirigenti nominati nel 2018 figurano undici donne e appena cinque uomini. Una sproporzione sanzionata dal ministero della Funzione pubblica che, nel Bilancio annuale delle nomine, spiega: «Questa cifra molto alta contribuisce fortemente alla femminilizzazione dei posti di lavoro di alta dirigenza». «Tuttavia - riconosce il dicastero - si traduce in un mancato rispetto dell'obiettivo legale del 40% di nomine di persone di ciascun sesso». A prevedere la quota paritaria per le investiture negli incarichi pubblici è una legge in vigore dal 2017, nata per impedire discriminazioni contro le donne, ma che stavolta ha finito per rendere giustizia, anche se a posteriori, agli uomini. A Parigi, la sindaca-regina Hidalgo è stata più realista del re e ha finito per raggiungere una quota del 69% di donne nominate in alti ruoli-chiave.
Al quotidiano francese Le Monde, l'assessore alle Risorse umane Antoine Guillou ha spiegato sorpreso: «È paradossale rimproverarci nomine che permettono di recuperare il ritardo che avevamo nella parità uomo-donna», visto che grazie al nuovo approccio il Comune di Parigi è riuscito ad implementare una situazione di discriminazione e a raggiungere il tasso del 47% di donne dirigenti e del 56% di dipendenti donne in totale.
Anche la multa, tuttavia, è figlia di una stortura che è stata sanata da una nuova norma, approvata l'anno scorso e che non permetterebbe più di arrivare al paradosso di oggi, cioè a sanzionare chi riequilibra una situazione di disuguaglianza pregressa, proprio come accaduto nella capitale francese.
Ma il caso parigino fa riflettere perché sembra anche lo specchio dei nuovi tempi e forse anche la prova che la parità di genere è un traguardo che comincia ad essere raggiunto sempre più di frequente e rischia addirittura, in futuro, di dover essere corretto al contrario. Uomini discriminati nell'era post #metoo? Chissà. E, per evitarlo, cosa sarà necessario fare? Usare il bilancino ogni volta che si dovrà procedere a una selezione?
La Francia non ha ancora mai eletto una presidente donna alla guida della Repubblica, un'occasione che è sfuggita nel 2017, quando Marine Le Pen fu battuta al secondo turno da Emmanuel Macron. Lo stesso è accaduto negli Stati Uniti dopo il flop di Hillary Clinton quattro anni fa. Quest'anno, con la sconfitta di Donald Trump, per la prima volta in oltre due secoli di storia gli americani vedranno invece una donna, Kamala Harris, al fianco del presidente eletto Joe Biden, come sua vice. È il segno di una svolta, che molti analisti ritengono possa portare a una eventuale presidenza Harris fra quattro anni. Per il 2022 in Francia si prevede di nuovo uno scontro Macron-Le Pen.

E chissà che Marine non la spunti - ma sarà dura -, oppure che il presidente, attento alla causa femminile, non scelga un primo ministro donna. Sarebbe la seconda nella storia di Francia dopo l'unicum di Édith Cresson nel 1934.

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