Si è da poco conclusa a Mosca la parata del 9 maggio che ha celebrato il Giorno della Vittoria: hanno sfilato più di 131 unità di armi moderne, attrezzature belliche tra cui erano presenti anche alcuni missili ipersonici capaci in grado di portare testate nucleari, 77 tra aerei ed elicotteri e anche alcuni carri armati, i tank russi, molti dei quali considerati super all'avanguardia e in grado di una potenza di fuoco devastante. Ebbene, questi mezzi blindati sono stati utili soltanto per parata celebrativa ma di loro non c'è traccia nel conflitto in corso in Ucraina. Come mai?
I "colossi" dal piede d'argilla
L'espressione "colosso dal piede d'argilla" fu coniata da Denis Diderot, filosofo, critico d'arte e scrittore francese che definì in questo modo la Russia imperiale del 18esimo secolo durante la monarchia di Caterina II perchè il tentativo che fece per convincere la monarca ad applicare alcuni principi e riforme fallì. In senso figurato, questa frase viene usata "per riferirsi a una persona o a un’istituzione che, pur avendo un’apparenza grandiosa e imponente, poggia su basi molto fragili". Ed è un po' come la storia di questi carri armati presenti a Mosca ma non in Ucraina: come ricorda Repubblica, ad esempio, i tank "Armata T 14", definiti nel 2015 come "i più potenti del mondo", non possono essere adoperati in guerra perché dopo 7 anni la Russia non è riuscita ad avviarne la produzione. Sono come enormi giocattoli che non sparano.
L'evoluzione del tank Armata, il "T 15", in grado di contenere ben otto soldati e con una tecnologia sulla carta all'avanguardia che prevede un sistema di difesa così potente da non temere neanche i missili Javellin, sempre da 7 anni è rimasto un prototipo utile e bello soltanto per la sfilata di oggi. Fosse stato costruito e presente in Donbass, probabilmente, gli ucraini avrebbero avuto ben altre difficoltà. Terzo indizio sulla prova che qualcosa non va è un particolare tipo di cannone semovente, il "2S35 Koalitsiya-SV": la sua potenza di fuoco arriva anche a 80km, molto più forte e in grado di abbattere i tank ucraini ma adesso non è operativo, lo sarà tra un anno.
I limiti dell'industria russa
Insomma, tantissimo fumo e pochissimo arrosto per citare un altro detto: certamente, l'industria tecnologica russa non è certamente all'avanguardia che viene sottolineato, addirittura, anche nei famigerati talk russi di propaganda dove si spara a zero contro l'Occidente sempre e comunque. Un ex colonnello, Mikhail Khodaryonok, ha criticato l'attuale situazione domandandosi perché non si mandano equipaggiamenti moderni e al passo con i tempi come accade per la Nato. "Quanto ci vorrebbe a creare una nuova divisione corazzata? Forse novanta giorni, ma non potrebbe avere armamenti moderni perché nelle nostre riserve non ce ne sono". L'elenco delle armi inutilizzate dai russi è ancora lungo: assenti in Ucrainia anche il sistema missilistico S-400 mentre, a livello strategico, qualcosa non torna neanche per i bombardieri pesanti che agiscono soltanto durante la notte.
I tank distrutti
Eppure l'esercito di Putin avrebbe avuto bisogno di rinforzi nella prima fase della guerra ma anche adesso che sta tornando a essere a corto di uomini e mezzi.
Secondo il bollettino quotidiano fornito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine da poco diffuso sui social network, le cui notizie, però, non sono verificabili in maniera indipendente, i carri armati russi distrutti dall'inizio della guerra sarebbero 1.145, oltre ai tutti gli altri mezzi corazzati, sistemi d'artigliera e via dicendo che i soldati russi hanno perso in battaglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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