Perché la gaffe di Biden può cambiare il futuro dell'Ucraina

Le provocazioni di Biden all'indirizzo di Putin potrebbero aver cambiato la strategia russa in Ucraina correttamente profetizzata dagli analisti. Nelle ultime ore, infatti, Mosca ha lanciato importanti avvertimenti

Perché la gaffe di Biden può cambiare il futuro dell'Ucraina

Stava andando tutto secondo i piani. Nelle ultime ore sembrava davvero che l'esercito russo fosse intenzionato a concentrarsi sul Donbass, lasciando perdere Kiev e il resto dell'Ucraina. Questa, in effetti, sarebbe stata una sorta di exit strategy che avrebbe consentito a Vladimir Putin di uscire dal pantano militare nel quale si era infilato. L'ultima gaffe di Joe Biden potrebbe tuttavia aver cambiato lo scenario.

La profezia (corretta) del generale

I piani citati in apertura dell'articolo erano stati descritti con dovizia dall'ex generale americano Ben Hodges. In un rapporto preparato per il Center for European Policy Analysis datato 16 marzo, Hodges spiegava che il Cremlino avrebbe avuto a disposizione dieci giorni per vincere la guerra. Superato questo limite, Mosca sarebbe probabilmente ricorsa ad una sorta di piano B per non perdere la faccia.

L'analisi dell'ex generale Usa si basava su un approfondito studio di informazioni pubbliche intrecciate ad altri dati. Dalle sue considerazioni era emerso che già una decina di giorni fa l'esercito russo si trovava a corto di munizioni e uomini, mentre la resistenza ucraina stava reagendo meglio di quanto preventivato.

Ebbene, l'analisi di Hodges si è rivelata corretta, visto che lo scorso 25 marzo il vicecapo di Stato Maggiore russo, Sergej Rudskoi, aveva dichiarato conclusa la prima fase dell'operazione militare. Da quel momento in poi, Mosca si sarebbe concentrata sul sud del Paese, dedicandosi alla liberazione del Donbass. Probabile che Mariupol, e forse Odessa, fossero in cima alla lista del Cremlino.

Cambio di programma?

Insomma, stava andando tutto come anticipato da Hodges. Se non che l'infelice uscite di Joe Biden in quel di Varsavia potrebbe aver complicato la situazione mandando in fumo la possibilità di una sorta di allentamento della pressione da Kiev e dintorni. Il presidente ucraino ha definito Putin un "macellaio" e un "tiranno che non può restare al potere", scatenando la prevedibile ira di Mosca.

Sarà un caso, ma nelle ultime 24 ore abbiamo assistito ad oltre 30 bombardamenti di complessi residenziali e infrastrutture della regione di Kiev. Lo ha reso noto l'Amministrazione militare regionale della stessa Kiev su Telegram, citato da Unian. "Durante l'intero periodo della guerra, distruzioni sono state registrate in 34 delle 69 comunità della regione, ovvero il 49,2%. In totale, più di 500 obiettivi", ha fatto presente la nota dell'Amministrazione.

"La Russia sta cercando di dividere l'Ucraina in due per creare una regione controllata da Mosca dopo aver fallito nel prendere il controllo dell'intero Paese", aveva ha dichiarato nelle ultime ore il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, citato dal Guardian.

Secondo le dichiarazioni, "dopo i fallimenti vicino Kiev e l'impossibilità di rovesciare il governo centrale dell'Ucraina", c'è "motivo di credere" che Putin stia "considerando uno scenario coreano per l'Ucraina", ovvero "cercherà di imporre una linea di divisione tra le regioni del nostro Paese occupate e quelle non occupate" perché "non è assolutamente in grado di assorbire l'intero Stato". Adesso non è più così scontato che Mosca decida di concentrarsi solo sull'Ucraina meridionale.

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