Polonia, clamorosa protesta per abusi su minori: rovesciata statua

Abbattuto un monumento dedicato al sacerdote Henryk Jankowski, accusato di abusi su minori, antieuropeismo e antisemitismo

Polonia, clamorosa protesta per abusi su minori: rovesciata statua

In Polonia una clamorosa protesta è stata messa in atto nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Tre attivisti della città di Varsavia, attraverso un'azione rapida ed efficace, che è durata complessivamente circa 20 minuti, hanno rovesciato una statua collocata nella Stolarska Street di Danzica.

Il monumento, che è stato rovesciato verso le 3 del mattino, era dedicato al sacerdote Henryk Jankowski, un prete cattolico scomparso nel 2010 che era stato uno dei più importanti sostenitori del movimento anticomunista di Solidarność. Il chierico, a lungo prevosto della chiesa di Santa Brigida a Danzica, alla fine degli anni '90 era diventato noto per la sua critica all'Unione Europea e per delle osservazioni antisemite (per le quali fu sospeso dal sacerdozio per un anno).

A quanto pare il rovesciamento della statua che lo ricorda non è dovuta a queste ultime sue idee ma all'accusa che gli è stata rivolta di essere stato un pedofilo, un predatore di bambini (sebbene non sia mai stato condannato per queste accuse e siano in corso ancora delle indagini). Infatti gli autori del gesto hanno posizionato la scultura rovesciata su dei pneumatici, ricoprendola di una cotta, un paramento liturgico indossato dai sacerdoti, ed hanno messo tra le mani della statua delle mutandine di bambini.

Una registrazione, pubblicata su Twitter dal documentarista Tomasz Sekielski, mostra che tre uomini hanno abbattuto la statua con l'ausilio di corde. Mentre lo stesso Sekielski sarà presto sentito dai giudici (e la sua attrezzatura è stata sottoposta a sequestro) gli autori del gesto (residenti a Varsavia e nelle zone circostanti, di età compresa tra i 40 e i 42 anni) sono stati identificati e fermati dalla Polizia polacca nelle prime ore del mattino del 21 febbraio e saranno presto sottoposti ad un processo durante il quale risponderanno dei reati commessi.

Alla fine del 2018 il caso del prete Jankowski era esploso sui media polacchi dopo che alcune delle sue presunte vittime avevano raccontato delle esperienze scioccanti risalenti a diversi anni fa. Già allora erano state organizzate delle proteste sotto il monumento di Danzica e l'organizzatore della protesta, Michał Wojciechowicz, aveva coperto il monumento con un lenzuolo bianco sostenendo che quella statua non poteva restare lì perché offendeva le sue vittime.

Stanisław Obirek, un teologo ed ex gesuita, in un'intervista a Radio Zet non ha condannato l'azione violenta ma ha spiegato che "la rabbia sta crescendo nella società" e che si tratterebbe di "un atto di disobbedienza civile".

In molti hanno notato la concomitanza dell'azione con l'iniziativa anti pedofilia che fino al prossimo 24 febbraio si svolgerà in Vaticano dove Papa Francesco, i patriarchi, i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i superiori religiosi e altri responsabili religiosi provenienti da tutto il mondo stanno discutendo di "protezione dei minori nella Chiesa".

Adesso, dopo il rovesciamento, sembra che la statua di Jankowski a Danzica sarà demolita. Il comitato che ha finanziato la statua di Jankowski, invece, ha chiesto il ripristino immediato della statua insistendo sul fatto che tutte le accuse contro il prete non hanno trovato un riscontro giudiziario. "Quello che è successo era basato sulla calunnia, senza alcuna conferma nella realtà, contro qualcuno morto da nove anni", ha detto un portavoce, Krzysztof Dosla.

In una dichiarazione di

giovedì mattina, in vista della conferenza vaticana, la Conferenza episcopale della Polonia non ha fatto alcun riferimento alla statua, ma ha promesso "tolleranza zero" alla pedofilia in tutta la Chiesa Cattolica della Polonia.

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