Anche l'ultima notte appena trascorsa in Ucraina è stata caratterizzata da aspri combattimenti nel Donbass. Ancora una volta è Severodonetsk il fronte più delicato. La città, l'ultima a essere controllata dagli ucraini nell'obalst di Lugansk, è oramai circondata dai russi e dagli alleati separatisti e ceceni.
Il fronte di Severodonetsk
Ieri si è avuta notizia di primi combattimenti all'interno del centro urbano di Severodonetsk, dove sarebbero rimaste circa 15mila persone a fronte delle centomila che qui risiedevano prima del conflitto. Quasi una città fantasma, secondo il sindaco distrutta al 60%. Un destino terribilmente vicino a quello di Mariupol.
La battaglia urbana forse non è ancora propriamente iniziata, ma nella notte sono arrivate altre notizie di colpi di artiglieria e raid che hanno raggiunto alcuni strategici quartieri di Severodonetsk. Da sud i russi premono anche in avanzata da Popasna, località a ovest di Donetsk presa nei giorni scorsi e in cui le truppe di Mosca stanno avanzando in direzione nord proprio per mettere maggiore pressione agli ucraini impegnati nella difesa di Severodonetsk.
Sulla situazione in città è intervenuto anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov, in cui in un video ha sostenuto che i suoi combattenti avrebbero oramai preso l'intera linea di contatto attorno il centro urbano. "Un gruppo di volontari russi della Repubblica di Cecena ha preso il controllo completo dell'intera linea di contatto con i banditi - si legge nelle dichiarazioni di Kadyrov - i primi quartieri della città ben fortificata sono già stati sgomberati dalle unità nemiche".
Difficile confermare la versione del leader ceceno, ma è certo che la situazione per i soldati di Kiev adesso è molto critica in tutta l'area di Severodonetsk. Nelle ultime ore Sergei Gaidai, governatore dell'oblast di Lugansk, non ha escluso un ritiro per evitare a intere colonne ucraine di andare incontro a morte certa. "I russi non saranno in grado di catturare la regione di Luhansk nei prossimi giorni come avevano previsto gli analisti - ha spiegato nel suo canale Telegram - Abbiamo forze e risorse sufficienti per difenderci. Comunque è possibile che per non essere circondati ci dovremo ritirare".
Zelensky: "Situazione difficile ma il Donbass resterà ucraino"
Sulla situazione nel Donbass è intervenuto nel cuore della notte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In un video diffuso tramite il proprio canale Telegram, Zelensky ha ammesso che la situazione è molto difficile non solo a Severodonetsk ma, in generale, in tutta la regione orientale dell'Ucraina, oramai diventata obiettivo primario per Mosca. "Se gli occupanti pensano che Lyman o Severodonetsk saranno loro - ha però sottolineato Zelensky - si sbagliano. Il Donbass sarà ucraino. Perchè siamo noi, è la nostra essenza. E anche se la Russia porta distruzione e sofferenza ovunque, ricostruiremo comunque ogni città. Non c'è e non ci sarà una vera alternativa alle nostre bandiere ucraine".
Il fronte di Lyman
Ieri è caduta la città di Lyman e questa notte i russi avrebbero provato a sfondare ulteriormente il fronte. Gli ucraini ritirandosi hanno distrutto diversi ponti sul fiume Severisky Donetsk, di fatto l'ultimo ostacolo naturale per le truppe di Mosca prima di poter puntare su Slovjansk e Kramatorsk. Queste ultime sono le due città dell'oblast di Donetsk considerate come tra gli obiettivi principali dei russi nel Donbass.
I combattimenti nell'area compresa tra Lyman, situata proprio sulle sponde del Severisky Donetsk, e la parte nord dell'oblast di Donetsk stanno andando avanti anche in queste ore. Entrambi gli eserciti stanno subendo molte perdite e i soldati sia russi che ucraini morti su questo fronte sarebbero parecchi.
Del resto nei giorni scorsi lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di “almeno cento vittime al giorno” tra i militari ucraini nel Donbass in questa difficile fase del conflitto. Come detto ieri dal premier britannico Boris Johnson e come sottolineato dai servizi segreti di Sua Maestà nelle ultime ore, i russi nell'est Ucraina stanno avanzando lentamente ma in modo costante.
Più calma la situazione a Kharkiv, dove i russi sono oramai
stati allontanati. Si capisce quindi come i giorni decisivi del conflitto si stiano combattendo unicamente nel Donbass, un obiettivo minimo forse per la Russia prima della guerra, diventato ora il bottino più ambito da Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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