Il presidente del Gambia: "Taglierò la gola ai gay, i bianchi non mi fermeranno"

Il Paese africano è in fondo alle classifiche per il rispetto dei diritti umani, ma continua a ricevere finanziamenti dagli Stati musulmani

Il presidente del Gambia, Yahya Jammeh
Il presidente del Gambia, Yahya Jammeh

Per i gay, è probabilmente uno dei peggiori Stati al mondo dove vivere e uno dei più pericolosi. In Gambia le persone omosessuali rischiano la vita, per esplicita ammissione del presidente Yahya Jammeh, che in un recente discorso pubblico ha minacciato di "tagliare la gola" ai gay, considerati alla stregua di un'epidemia da debellare.

Il piccolo Stato dell'Africa occidentale è guidato da Jammeh da oltre vent'anni, dal colpo di Stato che nel 1994 portò al potere l'attuale presidente. Il Gambia è da tempo noto per essere uno dei Paesi più repressivi del globo per quanto riguarda i diritti dei gay: nel febbraio 2014 il presidente paragonò gli omosessuali ad una "pestilenza", impegnandosi a "debellarli come si fa con le zanzare che diffondono la malaria".

Pochi giorni fa, secondo quanto riporta Vice News, Jammeh ha minacciato uno sterminio senza precedenti: "Agli omosessuali verrà tagliata la gola - nessuno vedrà più un uomo che voglia sposare un altro uomo, in questo Paese: e non c'è nessun uomo bianco che possa farci nulla."

Da tempo i Paesi occidentali hanno aspramente criticato il mancato rispetto dei diritti umani nel Paese africano e tanto gli Usa quanto la

Ue hanno diminuito gli aiuti umanitari al Gambia. Per contro, molti aiuti arrivano invece dai Paesi musulmani, ben disposti ad aiutare uno Stato in cui il 95% della popolazione è islamica.

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