Putin malato e Zelensky in rianimazione. Guerra di "fake" sulla salute dei leader

La Cia: "Nessuna prova che lo Zar abbia problemi, sta fin troppo bene". Radio ucraine hackerate: "Il presidente in terapia intensiva"

Putin malato e Zelensky in rianimazione. Guerra di "fake" sulla salute dei leader

Il corpo dei leader può essere un fattore decisivo nella guerra ucraina? In qualche modo sì, se parliamo della salute. Per mesi si è favoleggiato di un Vladimir Putin malato, ma è davvero così? E se a passarsela male da un punto di vista medico fosse invece il suo rivale Volodymyr Zelenski?
A ritirar fuori la questione sanitaria relativa al presidente russo è all'Aspen Security Forum il direttore della Cia William Burns. «Non ci sono informazioni - dice Burns - sul fatto che Vladimir Putin sia instabile o in cattive condizioni di salute». Anzi, il leader di San Pietroburgo «appare perfino troppo sano». Il capo dell'intellingence statunitense si lancia poi in un ritratto a tutto tondo del presidente russo: Putin è «un grande sostenitore del controllo, dell'intimidazione e della rivincita e questi tratti si sono rafforzati nell'ultimo decennio portando all'assottigliamento della sua cerchia di consiglieri». «È convinto - prosegue Burns - che il suo destino come leader della Russia sia quello di far tornare il Paese una grande potenza. Crede che la chiave per farlo sia ricreare una sfera di influenza nei Paesi vicini e non può farlo senza controllare l'Ucraina».
Trascorrono poche ore ed è la salute di Zelensky a fare notizia. Si sparge la voce che il numero uno di Kiev sia addirittura ricoverato in terapia intensiva, ma presto emerge che si tratta di un episodio di contronformazione da parte di hacker russi che avrebbero attaccato alcune stazioni radio ucraine diffondendo notizie false. «Il nemico - scrive l'agenzia Unian - ha effettuato un attacco informatico ai server e alle reti delle stazioni radio del gruppo TAVR Media (Radio Bayraktar, Melodia FM e altre) e ha diffuso una falsa notizia sul deterioramento della salute del presidente Zelensky». E anche l'addetto stampa di Zelensky, Serhiy Nikiforov, si trova costretto a smentire il presunto ricovero e la sostituzione del presidente nelle sue funzioni dal portavoce della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk. Zelensky è vivo, sano e lotta con noi.
E già che c'è anche Dmitry Medvedev, ex presidente russo, vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale e disinvolto megafono delle peggiori scempiaggini di Putin, la butta sul sanitario, prendendo di mira il presidente statunitense Joe Biden, «uno strano nonno con demenza» della cui elezione da parte degli americani «la Russia non può certo essere considerata responsabile». Medvedev dà dei pazzi anche ai leader dell'Unione europea, che «ha completamente perso il contatto con la realtà» e «sta costringendo gli sfortunati ucraini a sacrificare la propria vita per entrare nell'Unione europea». Nello stesso delirante post su Telegram Medvedev minaccia la stessa Ucraina di «scomparire dalla mappa del mondo» e «perdere la sovranità che le resta».In questa fiera dell'estremismo, fa la figura di sincero moderato addirittura Aleksandr Lukashenko, presidente di quella Bielorussia che è la prima alleata di Mosca. In un'intervista all'Afp il tiranno di Minsk avverte tutti che «dobbiamo fermarci, raggiungere un accordo, porre fine a questo caos. Non c'è bisogno di andare oltre. Più lontano c'è l'abisso della guerra nucleare. Non c'è bisogno di andarci».

Certo, quando si parla di suddividere le responsabilità di questa situazione, le acque si intorbidano: «Dipende tutto dall'Ucraina, perché a questo punto la guerra potrebbe finire in condizioni migliori per loro. Il governo di Kiev deve sedersi al tavolo dei negoziati e accettare di non minacciare mai la Russia». Questione di punti di vista.

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