Il mondiale di Russia si apre con il match tra la squadra di casa e l'Arabia Saudita. Ma c'è un'altra partita che si è giocata oggi, sempre fra Riad e Mosca: quella del petrolio. Il presidente russo Vladimir Putin e il ministro dell'Energia Alexander Novak hanno incontrato il principe saudita Mohammad bin Salman e il ministro dell'Energia Khalid al-Falih, per un incontro che ha avuto al centro il tema del petrolio. I due Paesi si sono detti concordi nell'aumentare la produzione di petrolio.
Il ministro russo Novak ha detto: "Pensiamo che sia necessario bilanciare il mercato ed evitare le eccedenze". Si parla di un aumento di 300mila bari al giorno. Secondo il ministro dell'Energia, i Paesi produttori potrebbero "considerare" di rivedere l'obiettivo di riduzione dell'offerta da 1,8 milioni di barili al giorno a 1,5 milioni di barili. Al-Falih, la controparte saudita, aveva già detto prima del vertice che l'aumento della produzione di petrolio è diventata del tutto "inevitabile", come ricordato da Bloomberg.
A maggio, Novak e al-Falih avevano già parlato di un possibile aumento della produzione nell'ambito dell'accordo Opec plus. L'idea di quell'accordo era quella di tagliare la produzione dell'oro nero al fine di sostenere i prezzo dei barili. Un taglio che però non ha condotto a quella risalita sperata da Mosca e Riad che vivono degli introiti derivanti dal settore degli idrocarburi. E Mosca aveva già iniziato produrre 50mila barili al giorno in più rispetto agli accordi di maggio, proprio in concomitanza con l'incontro con i sauditi.
Adesso, molti operatori temono un calo dell'offerta dovuto alla crisi in Venezuela (e conseguente impossibilità di produrre alle stesse quote precedenti) e alle rinnovate sanzioni degli Stati Uniti contro l'Iran. Secondo i dati dell'International Energy Association (Iea), in Venezuela a maggio si è registrato un calo di 2,2 milioni di barili al giorno. E per quanto riguarda l'Iran, la questione diventa anche molto più delicata vista la tensione fra Teheran e Riad.
Adesso gli occhi saranno puntati su Vienna, dove il 22 giugno si riuniranno i Paesi Opec e i produttori che non fanno parte del cartello. Si discuterà del futuro dell'accordo sul taglio.
L'asse Mosca-Riad potrebbe condurre a una svolta, ma non è detto che saranno seguiti. In gioco c'è molto di più del prezzo dell'oro nero e Putin è certamente il primo a saperlo. Nel gioco di equilibri politici, il petrolio è un'arma, prima ancora che un'opportunità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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