"Le radici dell'odio contro i cristiani negli insegnamenti di al Azhar"

Dopo l'attentato di ieri contro i cristiani copti a Minya, Ashraf Ramelah, presidente di Voice of the Copts, punta il dito contro l'università di al Azhar, la massima istituzione dell'Islam sunnita: "Insegnano l'odio contro gli infedeli"

"Le radici dell'odio contro i cristiani negli insegnamenti di al Azhar"

“Lo Stato Islamico è ad al Azhar e in quello che insegnano”. Non usa mezzi termini Ashraf Ramelah, presidente dell’associazione Voice of the Copts, attiva nella difesa dei copti egiziani tra l'Italia e gli Stati Uniti, nel commentare l’assalto dell’Isis contro un bus di pellegrini cristiani a Minya, in Egitto, in cui ieri hanno perso la vita 29 persone, tra cui molti bambini. Per il presidente dell’associazione che opera in difesa dei copti, le radici dell’odio contro i cristiani egiziani risiederebbero, infatti, negli insegnamenti dell’università di al Azhar, la millenaria istituzione religiosa dell’Islam sunnita, con sede a il Cairo, visitata lo scorso aprile da Papa Francesco.

Il grande imam di al Azhar, Ahmed al Tayeb, ieri ha condannato l’attentato di Minya definendolo “inaccettabile”…

Non servono parole, ma fatti. Quello che insegnano dalle elementari fino all’università ad al Azhar è l’odio verso gli altri e verso chi non crede nella religione islamica. L’università di al Azhar è stata usata, negli ultimi anni, per creare uno Stato profondo in Egitto, composto da poliziotti, giudici, militari, che non permetterà mai al Paese di tornare ad essere uno Stato laico, a prescindere da chi prenderà il potere. Ad al Azhar si studiano dei testi in cui c’è scritto “ammazza l’infedele e mangialo”. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha invitato più volte al Azhar a rinnovarsi e a modificare i propri insegnamenti, ma loro non lo faranno mai perché rappresentano un potere.

Secondo lei, quindi, non esiste un Islam moderato?

Si dice che l’Islam sia una religione di pace. La verità è che parole come “pace” e “amore” non esistono nel Corano. Certamente ci sono tantissimi musulmani che sono contro l’estremismo, ma anche loro hanno paura ad esprimersi in questo senso, perché rischiano.

Il presidente al Sisi sta facendo abbastanza per proteggere la comunità cristiana in Egitto?

A sentirlo parlare sembrerebbe di sì. Ma se guardiamo a quanto sta accadendo, direi di no. Quindi, o lo Stato profondo di cui parlavo prima ha il controllo su tutto e non permette al presidente di operare, oppure al Sisi mente quando dice di voler proteggere i cristiani. Il Corano, infatti, dà la possibilità ai musulmani di mentire in tre casi: con la propria moglie, se ci si trova in una condizione di debolezza o in guerra.

Cosa dovrebbe fare per tutelare i cristiani?

C’è bisogno di una rivoluzione culturale che metta in secondo piano chi promuove gli insegnamenti dell’Islam e che faccia tornare l’Egitto ad essere uno Stato laico.

I raid dell’aviazione egiziana in Libia, quindi, non avranno effetti sulla lotta al terrorismo?

Il presidente al Sisi ordinò dei raid aerei contro l’Isis a Derna anche quando i miliziani dello Stato Islamico decapitarono ventuno cristiani copti sulla spiaggia a Sirte. Hanno avuto qualche effetto secondo lei? Il problema sono gli Imam di al Azhar che non riescono a condannare il terrorismo fino in fondo.

Pensa che ci saranno nuovi attentati durante il Ramadan?

L’attentato di ieri è stata una risposta alla visita del Papa e al discorso contro il terrorismo che Trump ha pronunciato a Riad. Penso che ce ne saranno altri durante il Ramadan, anche se questo è considerato dall'Islam un mese di pace.

In che condizioni vivono, oggi, i cristiani copti in Egitto?

Sicuramente meglio rispetto a quando al potere c'era Mohammed Morsi. Ma nel Paese non ci sono solo stragi di come quella di Minya e gli attentati nelle chiese.

Molte ragazze vengono rapite e costrette a convertirsi e due anni fa, ad esempio, ad Alessandria, un commerciante è stato sgozzato perché vendeva liquori. Il problema è che i giudici sono tutti musulmani e, quindi, chi commette crimini di questo genere contro i cristiani non viene neppure condannato.

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