Sono fonti degli ambienti giudiziari romani a lasciar trapelare tutta la delusione dell'Italia per come sono andati i colloqui con la controparte egiziana, alla ricerca di una maggiore collaborazione sull'omicidio di Giulio Regeni.
Fonti che alle agenzie rivelano il disappunto delle autorità giudiziarie del nostro Paese, che non hanno ottenuto quando avrebbero voluto, nonostante un dossier da duemila pagine portate a Roma, che non conteneva però quanto si sarebbe voluto.
La collaborazione tra Egitto e Italia è al momento praticamente sospesa. Un passo indietro, ma neppure di molto. Perché nonostante la presenza al Cairo di un team italiano composto da uomini del Ros e dello Sco un vero confronto con le autorità nordafricane è sempre mancato.
Quello che la procura di Roma chiede è che dal Cairo arrivano anche i tabulati telefonici e i video delle telecamere di sorveglianza, materiale che finora non è mai stato condiviso. Quando risulta dalle celle, ha comunicato la procura di Roma, sarà consegnato solo quando termineranni gli "accertamenti che sono ancora in corso".
I punti su cui le procure di Giza e Roma non convergono sono di fatto molti. Tra di questi anche il ruolo che avrebbe avuto la "banda criminale" che in un primo momento anche il ministero dell'Interno al Cairo aveva accusato per la morte di Regeni, salvo poi fare un passo indietro. Gli italiani sono convinti che la loro posizioni sia irrilevante, gli egiziani decisamente meno.
Ho richiamato a Roma per consultazioni il nostro ambasciatore in Egitto. Vogliamo una sola cosa: la verità su Giulio #Regeni
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 8 aprile 2016
L'Italia pare ora pronta a misure se non altro a livello diplomatico nei confronti degli egiziani. Questa sera il ministro Paolo Gentiloni, che aveva già annunciato di poter prendere una decisione simile, ha richiamato in Italia per consultazioni l'ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari. Una mossa di cui tuttavia l'Egitto sostiene di non essere stato informato.
La stampa egiziana parla intanto di contatti ad alto livello tra i due Paesi per superare la crisi in atto ed evitare che possa subire un'ulteriore escalation. "L'italia - ha commentato il premier Matteo Renzi - ha preso un impegno con la famiglia Regeni, con la memoria di Giulio Regeni, e anche con la dignità di ciascuno di noi nel dire che ci saremo fermati solo davanti alla verità".
"Avevamo una
speranza, ora non siamo nemmeno a zero, siamo a prima di zero", ha commentato con rabbia Bruno Lasca, amico di famiglia di Regeni. A più di due mesi dalla morte di Giulio, le indagini sono ancora al punto di partenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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