Regeni, la versione della procura: "Molte lesioni dovute all'autopsia"

La magistratura nega i segni della tortura. E l'Egitto continua a non collaborare

Manifestazione per chiedere giustizia per Regeni a Roma
Manifestazione per chiedere giustizia per Regeni a Roma

È stata una tortura prolungata a ridorre il corpo di Giulio Regeni nello stato in cui è stato trovato. Lo si è sostenuto fino a oggi, dopo che il corpo del giovane ricercatore italiano è stato trovato fuori dal Cairo. Ma la procura di Giza sembra essere di un'altra opinione.

Se infatti la Reuters, citando alcune fonti, parlava pochi giorni fa di diversi giorni di torture, probabilmente nelle mani di forze di sicurezza, che fino a oggi continuano a smentire qualsiasi implicazioni con l'omicidio del 28enne, Hossam Nassar, direttore della procura di Giza, sostiene una verità differente in un'intervista con Nova.

"Non è stato possibile appurare se i segni rinvenuti sulla sua spalla destra siano stati causati da bruciature di sigaretta, da una penna o da un cucchiaio", dice intanto Nassar, convinto anche che la stampa italiana non abbia compreso in che condizioni fosse il corpo di Regeni.

La procura sostiene infatti che i tagli alle orecchie e la rimozione delle unghie non sarebbero dovute alla tortura, nonostante siano compatibili con tecniche utilizzate in Egitto in altri casi, ma che "campioni di unghie sono stati prelevati per appurare se abbia opposto resistenza contro qualcuno".

Intanto i dubbi sull'omicidio restano ancora

moltissimi. Il team investigativo italiano è al Cairo da settimane, ma non sta ottenendo la collaborazione necessaria. Ieri da Roma è arrivata una nuova richiesta perché tutti gli atti dell'inchiesta vengano mandati in Italia.

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